Morfeo e la Matrice

Maggio 2018

La grandezza dell'uomo è tale
perché egli conosce la sua miseria
[Pascal]

Meditazione all'Indietro

Nelle scorse puntate abbiamo proposto un modo per stimare l'indice di aderenza globale alla Matrice. Ora siamo pronti a testarlo sulla mia cavia preferita: me medesimo. Prima di procedere, riassumiamo il percorso che ci ha portato fin qui. Per definire il criterio di misura abbiamo

1. Analizzato la distribuzione del comportamento lavorare tot ore al giorno e identificato due mode: quella matriciale (8 ore al giorno, associata alla maggioranza delle persone) e quella alternativa (disoccupazione, praticata da un quarto della popolazione). Abbiamo introdotto il Modello a Coda per approssimare tale distribuzione

2. Ipotizzato che il Modello a Coda descriva la distribuzione di qualsiasi comportamento maggioritario [1]. Ciò significa accettare un certo margine di errore, ma un modello è tale proprio perché mira ad approssimare la realtà, non a descriverla nel dettaglio (di solito barattando precisione in cambio di semplicità)

3. Introdotto la La Sporca Dozzina come elenco di comportamenti "tipici", allo scopo di campionare la curva caratteristica di appartenenza alla Matrice. Così facendo ci siamo semplificati la vita, lasciando ai veri scienziati il compito di analizzare l'intera curva caratteristica, composta da triliardi di comportamenti

4. Stimato i valori medi dei comportamenti della Sporca Dozzina (deducendoli dai rapporti ISTAT) e precisato - per convenzione - che comportamenti che esulano da questi dodici vanno conteggiati come Tempo Libero o Studio. Ciò serve a normalizzare le misure, nonché evitare che il totale delle ore misurate sia inferiore a ventiquattro

Sono molte approssimazioni, ma ricordiamoci che la balistica funziona egregiamente trascurando l'attrito dell'aria e noi stiamo cercando di lanciare un sanpietrino oltre il fiume, non di colpire una mosca sul dorso di un cavallo. Accettando di etichettare la nostre abitudini in dodici categorie introduciamo un'enorme semplificazione, assai poco fuzzy, ma il gioco vale la candela. Grazie a queste semplificazioni daremo un esempio di misura del grado di appartenenza alla Matrice che, per quanto approssimato, getterà un ponte tra l'aria fritta della filosofia e il solido terreno della scienza.

Facciamo un esempio concreto, provando a stimare l'indice di aderenza al comportamento mangiare. Ecco come si procede:

1. Sapendo che l'italiano medio dedica ai pasti 2 ore al giorno tracciamo il Modello a Coda per il comportamento mangiare tot ore al giorno, usando il valore 2 come valore centrale della curva

2. Il Modello a Coda assume che tale curva avrà varianza 0,5 (il 25% di 2). Usando un foglio di calcolo possiamo calcolare lo IAC per qualsiasi scelta di attuazione del comportamento. Ad esempio, digiunando avremmo uno IAC del 25%, mentre dedicando al cibo solamente un'ora al giorno avremmo uno IAC del 33%

IAC di Morfeo dal 1997 al 2018

Per stimare il grado di appartenenza complessivo alla Matrice dobbiamo ripetere il procedimento per gli altri undici comportamenti, ovvero campionare il nostro modus vivendi in base alla Sporca Dozzina. Basterebbe, ad esempio, tracciare un profilo del genere

Mediamente impiego 1 ora al giorno per nutrirmi, 7 ore per dormire, vivo in un nucleo familiare di 5 persone, percepisco uno stipendio di 1.500€ al mese, possiedo un patrimonio di 5.000€, lavoro 5,71 ore al giorno [2], non faccio sport, guardo la tivù per tre ore...

Dopo aver raccolto tali informazioni dobbiamo aggregarle nelle caselle della Sporca Dozzina. Ad esempio, se nel corso della "giornata media" leggiamo mezz'ora, giochiamo col tablet trenta minuti e guardiamo un film di due ore, il nostro Tempo Libero complessivo sarà pari a tre ore.
Ripetendo il procedimento per gli altri undici indicatori della Sporca Dozzina otteniamo le misure degli IAC di tutti comportamenti in esame, i quali rappresentano un campionamento della curva caratteristica di appartenenza alla Matrice.

Vi sembra complicato? Beh, io lo faccio da vent'anni. Sì, avete capito bene: ho iniziato a misurare il mio grado di appartenenza alla Matrice prima di formulare la teoria stessa. Dopotutto è proprio questo il cardine del metodo scientifico: prima si prendono le misure, poi si analizzano i dati, infine si formula una teoria più o meno complessa. L'esperimento è solo l'ultimo passo, atto a verificare la bontà della teoria.
- Ma come facevi a sapere cosa misurare, se non avevi ancora in mente la teoria?
- Semplice: ho praticato magia!

Nel 1997 mi capitò tra le mani un libretto di Jorg Sabellicus (al secolo Sebastiano Fusco) in cui si parlava della Meditazione all'Indietro. Il rituale consisteva nel ricostruire mentalmente, prima di coricarsi, gli eventi della giornata appena conclusasi, iniziando dal più recente e proseguendo all'indietro, fino al risveglio del mattino. Qualcosa come: mi sono appena lavato i denti e fatto pipì. Prima ho chiuso le finestre, portato giù la spazzatura e guardato un film. Ho cenato con piselli al burro e un bicchiere di cabernet. Prima di cena ho fatto mezz'ora di ginnastica, e prima di fare ginnastica...

Rituale della Meditazione all'Indietro

Oggi rido ripensando a quei trascorsi da mago, ma credo che il passato non possa essere rinnegato senza disconoscere ciò che siamo oggi. Grazie a quel rituale dispongo di misurazioni che abbracciano un intero ventennio. Purtroppo, un po' per pigrizia un po' per scarsa convinzione, eseguivo l'esercizio della Meditazione all'Indietro solo un mese all'anno. Inizialmente per magia, poi per abitudine. Negli ultimi anni, quando la Teoria della Matrice iniziò a prendere forma, compresi il vero valore del rituale e lo trasformai in una misurazione della Realtà.

Certo, il metodo è tutt'altro che perfetto. Nel foglio di calcolo usato per stimare gli IAC della Sporca Dozzina ho dovuto rimaneggiare le misure della Meditazione all'Indietro, nel tentativo di correggere dati poco credibili: c'erano mesi le cui giornate duravano meno di ventidue ore, altri le cui ore di sonno eccedevano le più rosee speranze di dormire. Si tratta di modifiche trascurabili, circa 20 o 30 ore al mese (pari a una correzione del 5%), che non dovrebbero modificare il risultato in modo sostanziale.

Prima di dare i numeri dobbiamo chiarire la questione della soglia di appartenenza alla Matrice. Quando un valore dello IAC è dentro la Matrice? Quanto è fuori? Finché abbiamo valori vicini al 100% o allo 0% la questione è semplice: ma cosa dire dei valori intermedi, quelli prossimi al 50%? Dobbiamo fissare una soglia che separi il dentro dal fuori o possiamo accontentarci del valore percentuale, come suggerisce la filosofia fuzzy? Personalmente preferirei l'opzione fuzzy, ma siccome ci piace vedere il mondo in bianco e nero [3] proverò ad assumere una soglia del 50%, a titolo d'esempio.

Detto questo, ecco a voi il grado di appartenenza alla Matrice del vostro amato Morfeo [4], nel periodo compreso tra il 1997 e il 2018

1997 1998 2000 2001 2002 2003 2005 2006 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
32 35 53 41 62 51 51 62 48 59 56 61 48 56 54 47 43 44 52
IAM di Morfeo dal 1997 al 2018

La tabella riporta i valori dello IAM, ovvero dell'Indice di Appartenenza alla Matrice, definito come la media aritmetica degli IAC presi in esame (in questo caso: quelli della Sporca Dozzina). I valori degli IAM sono stati evidenziati in rosso se inferiori alla soglia del 50%, in blu in caso contrario. Ciò evidenzia come il risultato dipenda fortemente dalla scelta della soglia. Basterebbe abbassare la soglia al 40% e io sarei quasi sempre all'interno della Matrice (ne sarei uscito solo tra il '97 e il '98). Di contro, se la soglia fosse pari al 60%, avrei vissuto nella Matrice solamente tre anni (nel 2002, 2006 e 2011).

Per questo motivo preferisco non indicare alcun valore della soglia e lasciare piena libertà di interpretazione dei risultati, come Dio fuzzy comanda. Mi limiterò a definire l'indicatore complessivo di appartenenza alla Matrice (espresso in termini percentuali)

Indice di Appartenenza alla Matrice (IAM)

L'Indicatore complessivo di Appartenenza alla Matrice è definito come la media aritmetica di tutti gli IAC presi in considerazione. Nel caso del campionamento basato sulla Sporca Dozzina, lo IAM corrisponde alla media dei valori del 12 IAC considerati.

Ricordiamo che la Teoria della Matrice ambisce ad essere scientificamente verificabile, senza la pretesa di essere scientificamente valida (per dirla alla Popper: falsificabile). A tal fine A tal fine dobbiamo definire chiaramente i criteri di misura. Nel mio caso, come suggerito dal criterio delle ore mancanti, ho deciso di conteggiare alla voce Studio alcune attività che amo chiamare POI, ovvero i Progetti Oggettivamente Inutili.

I POI sono attività che "andrebbero fatte poi", dopo aver soddisfatto le altre priorità dell'esistenza. Dal punto di vista della Sporca Dozzina i POI sono comportamenti ambigui, che potrebbero essere considerati Tempo Libero. Ho scelto di incorporarli alla voce Studio proprio in virtù del criterio delle ore mancanti, che però è tutt'altro che oggettivo. A chi spetta decidere se un'attività viene svolta per diletto, o se è un investimento su noi stessi? Quante volte ci inganniamo, illudendoci di lavorare a un progetto per il risultato, quando in realtà lo facciamo per svago, curiosità o semplice bisogno d'evasione? Siamo perciò consapevoli che tale misurazione è piuttosto soggettiva. Nel mio caso specifico, siccome non mi sono mai dedicato ai POI con la serenità con cui guardo un film, leggo un libro o masterizzo un gioco di ruolo, ma sacrificando invece salute, amore e divertimenti, ho deciso di sommare le ore dei POI alla voce Studiare.

La scelta di conteggiare i POI come Studio è cruciale, perché sposta l'ago della bilancia fuori dalla Matrice. Ecco perché dedicheremo ai POI un'intera puntata, per giustificare questa scelta. Per ora è sufficiente aver chiarito come mai attività come "sviluppare un software freeware" o "pubblicare un romanzo" siano state catalogate sotto la voce Studiare anziché Tempo Libero. Detto questo, possiamo commentare i valori degli IAM relativi degli ultimi vent'anni.

Innanzitutto devo ammettere l'esistenza di una lieve correlazione tra "lavorare otto ore al giorno" e "appartenere alla Matrice". Sono sicuro che per molti di voi è un risultato scontato, ma se la correlazione fosse davvero perfetta il nostro lavoro andrebbe gettato alle ortiche. Non ho tirato in ballo la Metafisica della Qualità, la logica fuzzy, gli indicatori della Sporca Dozzina, lo IAC, IAM e compagnia bella per scoprire l'acqua calda.

IAC di Morfeo dal 1997 al 2018

Per fortuna la correlazione Matrice-Lavoro è tutt'altro che perfetta. E' vero, negli anni di fine millennio vivevo di espedienti (IAC-lavorare inferiore al 20%) e infatti lo IAM di quel periodo è inferiore al 40%. Nel 2000 ho avuto il primo posto fisso (IAC-lavorare al 80%) e lo IAM schizza al 53%. Fin qui la correlazione Matrice-Lavoro sembra funzionare abbastanza bene. Ma basta guardare il periodo dal 2002 al 2006 per farsi venire qualche dubbio: in quegli anni lavoravo part-time, con uno IAC-lavorare inferiore al 50%, eppure lo IAM oscilla tra il 51% e il 62%. Come mai?
La risposta è semplice: a volte basta fare qualcosa fuori dagli schemi, come la carriola di Pirandello, per uscire dalla Matrice nonostante le otto ore di lavoro. E viceversa.

Tra il 2002 e il 2006 lavoravo part-time, ma i dati della Meditazione all'Indietro suggeriscono che gli altri indicatori erano in linea con quelli della Matrice: avevo un buon stipendio, frequentavo amici e ragazze, mangiavo due pasti al giorno, eccetera. Di contro, tra il 2015 e il 2017 ho sempre lavorato otto ore al giorno, eppure i valori dello IAM sono inferiori al 50%. In quegli anni ho iniziato a mangiare meno, frequentare gli amici una volta ogni tre mesi e vedere moglie e figlia solo nei fine settimana. Vivere da eremita è decisamente fuori dalla Matrice, nonostante le otto ore di lavoro.

IAC di Morfeo dal 1997 al 2018

Se proprio volete trovare una correlazione tra lo IAM globale e un singolo comportamento della Sporca Dozzina, l'analisi del rapporto Morfeo-Matrice suggerisce che il miglior candidato potrebbe essere il comportamento viaggiare tot ore al giorno. I grafici evidenziano sei picchi del comportamento Spostamenti che coincidono abbastanza bene con i sette picchi dello IAM. Basta uscire di casa ogni giorno, per entrare nella Matrice? O è solo una coincidenza?
Qualcuno direbbe "non credo", io preferisco "chi se ne frega". Le correlazioni sono uno specchio per le allodole: credo di avere tra le mani risultati più importanti.

In primis abbiamo fornito una blanda dimostrazione scientifica della Teoria della Matrice. Ho scritto la prima puntata nel 2009 affermando di "essere tornato alla Matrice", e difatti il grafico dello IAM mostra un deciso picco ascensionale negli anni 2008-2010. Ho raccontato di aver vissuto completamente fuori dagli schemi tra il 1995 e il 1998, e difatti lo IAM di quel periodo non supera il 35%. Si tratta di una dimostrazione all'acqua di rose, perché la nostra "previsione" riguarda i dati sputati dal modello e non un esperimento fenomenico, ma è comunque un buon segno.

In secundis stiamo avvicinandoci alla definizione del fantomatico confine, concetto che inseguiamo da tempo.

Prima di sezionare la frontiera e scoprirne i segreti, vorrei condividere con voi un altro risultato dell'analisi appena conclusa. A cosa mi serve sapere che oscillo perennemente fuori e dentro la Matrice? Se vivo una vita a metà tra l'eremita e l'asceta, senza ben capire se sono un disadattato, un depresso o un asociale, qual è la mia funzione nella società? Cosa giustifica il mio ambiguo grado di appartenenza alla Realtà, chiuso in una scatola assieme al gatto di Schrödinger? C'è un collegamento con la malattia che cerco di definire sin dall'inizio? Credo proprio di sì.
Nella vita ho più volte trovato e dimenticato la risposta, ma un anno fa, grazie a Zephyrus, l'ho ritrovata: io sono un faro.
Come un faro non sono né mare né terraferma, ma un eterno compromesso tra i due. Condannato a vivere su uno scoglio solitario, circondato dal muggire delle onde e del vento, isolato dal resto del mondo, ma tutt'altro che inutile. Il mio scopo non è essere felice né frequentare altri esseri umani, ma squarciare le tenebre e indicarvi la via. Senza di me, i pochi coraggiosi che ancora osano avventurarsi oltre le colonne d'ercole, rischierebbero di smarrirsi e naufragare sugli scogli.
Non sono un esempio da seguire né un obiettivo da raggiungere: sono un faro. Non avvicinatevi troppo, ma non perdetemi di vista.


[1] Esistono comportamenti per cui il Modello a Coda funziona talmente male che non può essere utilizzato. Un caso tipico è quello del comportamento fumare tot sigarette al giorno. In Italia solamente il 20% (circa) della popolazione si dedica all'aspirazione delle bionde, per cui il comportamento di moda è "fumare zero sigarette al giorno". Un comportamento di questo tipo andrebbe descritto da un Modello a Coda Speculare (riflessione rispetto l'asse verticale), la cui moda principale sia pari a zero, mentre la coda descriverebbe coloro che fumano abitualmente. Per nostra fortuna la questione non ci riguarda perché stiamo riferendoci agli indicatori della Sporca Dozzina, che hanno tutti moda maggiore di zero.

[2] E' normale che una persona lavori più nei giorni feriali che festivi e che dorma più la domenica rispetto agli altri giorni. Per questo motivo tutte le misure in questione saranno riferite alla nostra giornata media e non a un particolare giorno feriale o festivo. Perciò lavorare 40 ore alla settimana (8 ore al giorno) corrisponde alla situazione lavorare 5,71 ore al giorno (40 diviso 7).

[3] Sono sicuro che molti di voi penseranno "Io non sono così: preferisco le sfumature di grigio". Nietsche diceva che nessuno mente tanto quanto l'indignato. Siate sinceri con voi stessi : vi accontentereste di sapere che il partner vi è fedele al 50%, o vorreste sapere con certezza se vi tradisce o no? Ammettereste che siamo tutti omofobi, pedofili, ladri e razzisti, seppur in piccolissima misura? Organizzereste un matrimonio chiedendo agli invitati di confermare la presenza in termini percentuali, o vorreste sapere chi viene e chi no?
Scegliere la Pillola Rossa significa accettare la verità delle risposte, per quanto antipatica.

[4] Per rispettare la privacy della mia famiglia ho offuscato i dati fiscali degli ultimi tre anni. Ovviamente ho lasciato invariato i valori dello IAC ad essi corrispondenti, copiandoli dal foglio originale.