La società umana secondo la metafisica della Qualità
La società secondo Pirsig
Questa pagina contiene alcune riflessioni sul modello, suggerito da Pirsig, che permette di
descrivere i fenomeni sociali descrivendoli come
schemi statici.
Chi non conoscesse la teoria di Pirsig può consultare la breve nota sulla
metafisica della Qualità, o meglio ancora leggere la recensione del testo
Lila.
Chi invece conosce già la metafisica della Qualità può saltare
questa pagina e leggere direttamente le riflessioni sulle
applicazioni pratiche della metafisica della Qualità.
Proviamo a riassumere succintamente il modello di Pirsig:
Il modello di Pirsig si applica a qualsiasi aggregato o schema statico, sia esso a livello atomico, molecolare o umano. Volendo parlare del modello di Pirsig applicato alla società umana, d'ora in poi ci limiteremo ad applicare il modello solamente agli schemi di tipo sociale, avente come livello inferiori gli esseri viventi, ovvero le persone appartenenti a quella particolare società.
Il livello inferiore
Il livello inferiore di un qualsiasi schema sociale umano coincide con le unità costituenti,
cioè gli esseri umani. Per certi versi l'azione del livello inferiore assomiglia ai principi teorici del
modello di campo adottato dalle scienze sociologiche.
Per comprendere come l'aggregato uomo (livello inferiore) agisca sull'aggregato società
(livello superiore) è utile parlare di
epifenomeno.
Ad esempio, così come le fattezze somatiche di una persona sono un epifenomeno del suo DNA, le configurazioni possibili
di un certo gruppo sociale dipendono dagli epifenomeni del comportamento del singolo individuo. Ribadiamo che stiamo parlando
del contributo del livello inferiore sul livello superiore, che non è mai deterministico o esaustivo, in quanto la configurazione
del livello superiore dipenderà anche dall'azione degli altri livelli (se stesso e il livello superiore).
In questo caso si tratta quindi di individuare quali sono i comportamenti umani (fenomeno primario) che definiscono le
configurazioni di valore (epifenomeno) dell'aggregato società (fenomeno secondario).
Esempio: la società umana attribuisce molto valore alla configurazione "vestiamo tutti in modo simile" e poco valore
alla configurazione "ognuno veste come vuole".
Pensiamo ad un'ipotetica configurazione sociale dove ognuno si veste come vuole: qualcuno alla maniera degli antichi romani,
qualcuno come gli antichi egizi, altri da cavaliere medievale, altri ancora da barone ottocentesco.
Una tale configurazione sociale avrebbe scarso valore a causa di un epifenomeno del livello umano, che in questo caso è la
pulsione del branco.
Gli esseri umani cercano l'apprezzamento del branco, perciò voglio essere "originali ma non troppo", o meglio:
vogliono sentirsi diversi, ma senza rischiare di essere emarginati.
Il successo delle mode non è quindi dovuto ad una decisione presa dall'alto, all'esistenza di un fantomatico sistema,
nè alla volontà di qualche imprenditore o governo, ma è semplicemente conseguenza dell'azione di uno schema di livello
inferiore sullo schema di livello superiore.
Il livello sociale
Per discutere l'azione dell'aggregato società su se stesso si potrebbe tentare di ricorrere a qualche teoria sociologica, come ad esempio il modello sistemico, che a grandi linee usa lo stesso approccio di Pirsig. Trattandosi di uno dei punti più delicati dell'intera argomentazione, chiariamo alcuni concetti prima di proseguire.
Il modello di Pirsig è indipendente dal fatto che la società umana sia un aggregato senziente o meno. Pensiamo alle tradizioni, agli usi e costumi di una certa società. Spesso questi valori rimangono immutati nei secoli, eppure le persone che costituiscono quel particolare aggregato sociale (regione, popolo o nazione) vengono completamente sostituite dopo qualche generazione. Ciò avviene perché i valori di un aggregato coincidono con le configurazioni di valore dello schema statico, che possono essere conservate anche sostituendo tutti gli elementi dell'aggregato. E questo accade indipendentemente dal fatto che l'aggregato sia senziente o meno.
Pur dipendendo dal livello inferiore, spesso è conveniente descrivere l'azione della società su se stessa, come se fosse un'entità autonoma. Esempio: consideriamo un aborigeno che corre per fuggire da un leone. Tutte le cellule del suo corpo collaborano per farlo correre il più velocemente possibile: i fasci muscolari si tendono, il cuore pulsa più velocemente, le ghiandole surrenali producono più adrenalina ecc. E' piuttosto sconveniente descrivere il fenomeno dicendo "queste migliaia di cellule muscolari si attivano perché arriva un impulso nervoso, questa ghiandola si attiva perché rileva un certo ormone nel sangue, ecc.". È molto più semplice dire "l'aborigeno corre". Analogamente, quando una società "corre" in una certa direzione, è scomodo dire che ciò accade perché il governo ha fatto questo o un'organizzazione ha fatto quello, ma è più semplice pensare alla società come ad un unico organismo.
Se guardiamo alla società nel suo insieme possiamo individuare delle spiegazioni
molto più semplici ed immediate.
Inoltre, siccome secondo Pirsig la realtà è definita dagli schemi statici,
ne segue che la società esiste come entità autonoma,
indipendente e capace di agire nel proprio interesse. In altra parole la società è più reale delle persone
che la costituiscono, perché essa è in grado di sopravvivere ad un ricambio completo delle persone che ne fanno parte.
Come abbiamo già detto ciò non significa assolutamente ipotizzare che la società sia un organismo senziente.
Esempio: consideriamo la storia dell'omosessualità negli ultimi millenni.
Durante l'età classica, in Grecia, i rapporti omossessuali erano pratica diffusa e tollerata, specialmente tra soldati.
Al contrario, nell'ottocento l'omosessualità era condannata e chi la praticava veniva considerato un criminale.
Verso la fine del XX° secolo la morale si è fatta più tollerante, e col nuovo millennio si è addirittura
pensato di permettere alle coppie omosessuali di adottare dei bambini.
Se spieghiamo questi mutamenti per mezzo di un'indagine storica, sociologica o culturale diremo che "sono
cambiati i costumi", oppure "è colpa della tale legge", o "è un effetto della globalizzazione".
Ma ciò significa che stiamo spiegando la fuga dell'aborigeno in termini di messaggi ormonali e scariche neuronali.
Se invece pensiamo alla società come un aggregato la cui morale coincide con le configurazioni di valore,
tutto è più semplice: nella Grecia classica avere rapporti omosessuali non escludeva il fatto di avere figli,
per cui la prole era garantita e la società non vedeva nel comportamento omosessuale alcuna minaccia.
Nell'ottocento la prole era un valore fondamentale, e gli omosessuali si rifiutavano spesso di procreare,
quindi la società li considerava una malattia dell'organismo sociale.
Infine, col nuovo millennio, nel mondo occidentale assistiamo ad un drastico calo delle nascite.
Siccome molte coppie sposate scelgono di non avere figli, è naturale che la società tenda ad assegnare più
valore a qualsiasi "nucleo cellulare" in grado di prendersi cura di un bambino. Perciò, nel modello di Pirsig, le leggi,
le rivoluzioni morali e i cambiamenti culturali non sono cause del mutamento sociale, ma sono degli
effetti microscopici di cause macroscopiche.
Morale e Qualità
Talvolta, chi non ha letto i libri di Pirsig, può trovare strano associare la Qualità al valore, all'efficienza,
alla bellezza e alla morale di un gruppo sociale. Proveremo a riassumere il concetto brevemente, ribadendo però
che il modo migliore di comprenderlo è quello di leggere sia
Lo Zen e l'arte di manutenzione della motocicletta
che Lila.
Pensiamo per un attimo ad un aggregato corpo umano che contenga al suo interno un gruppo di
cellule malate o cancerogene. Tali cellule malate sono una minaccia per il corpo umano, ovvero uno schema
di cattiva Qualità, e per questo motivo il corpo cercherà di sopprimerle in qualche modo, per garantire
la sua sopravvivenza. Al contrario, un organo sano e funzionante sarà percepito come schema di alta Qualità,
e quindi non verrà ostacolato nè combattuto.
Allo stesso modo, se guardiamo al comportamento della società, vedremo che la morale di un gruppo sociale osteggia
proprio quegli elementi che sono ritenuti dannosi per la società stessa: i criminali, gli assassini, i ladri,
gli imbroglioni, i disonesti, gli adulteri, i pedofili ecc. Le persone di questo tipo sono quindi trattate come
"cellule malate" da parte dell'organismo ospitante (la società), ovvero viene loro attribuita una cattiva Qualità,
che in questo caso viene chiamata "comportamento amorale" o "atteggiamento antisociale".
La morale di una società coincide quindi con la Qualità attributa agli schemi statici, siano essi
più o meno diffusi.
Quando uno schema (i.e. un modo di comportarsi) è poco diffuso, la sua morale o Qualità indicherà il giudizio della società
su quel comportamento, che è un piccolo schema sociale contenuto in uno schema più grande (ma appartiene
comunque al livello degli schemi sociali). Quando invece lo schema è ampiamente diffuso nella società, allora la sua
Qualità coincide quasi con la Qualità della società stessa, ovvero la morale di questo schema viene riconosciuta come
valore morale anche dalla società stessa.
Esempio: durante i primi secoli dopo Cristo, i valori della cristianità erano ritenuti di bassa Qualità dalla società
ospitante (l'Impero Romano), e per questo motivo i cristiani erano ricercati, catturati e uccisi. Dopo qualche
secolo i valori cristiani si diffusero e l'Impero Romano iniziò a trovare conveniente la loro presenza, al punto
che la religione cristiana venne legalizzata con l'Editto di Costantino. Subito dopo l'editto, anche
se riconosciuta, la religione cristiana non era ancora un valore dell'intera società, poichè non tutti i romani
le attribuirono immediatamente valore. Essa aveva aumentato la propria Qualità, ovvero era stata apprezzata come
condotta morale, pur non coincidendo con la Qualità (la morale) dell'Impero Romano.
L'esempio illustra come la Qualità Statica di uno schema sociale, e quindi il valore attribuito alla sua morale,
sia legato alla sua diffusione. Tale Qualità aumenta man mano che lo schema (un'usanza o comportamento) si diffonde,
pur restando distinta dalla morale della società, che comprende invece l'insieme di tutti i valori accettati
dalla società nel suo complesso.
Il livello superiore
Infine, per quanto riguarda l'influenza del livello superiore, preferiamo non dire nulla,
perché non sappiamo nemmeno di cosa stiamo parlando (Il pianeta Terra? L'universo? Dio?). Dovremmo entrare nel campo della
filosofia o della teologia, perdendo ogni possibilità di fare esperimenti. Secondo Pirsig, invece, il livello superiore
corrisponde ai valori intellettuali, cioè alle ideologie, le teorie scientifiche, le posizioni filosofiche ecc.
Ma questa è l'unica posizione di Pirsig sulla quale ho qualche dubbio, per cui preferisco proporre una descrizione alternativa dei
valori intellettuali
(vedi Intelletto e società).
Per questo motivo, nella sezione
applicazioni pratiche
ci occupiamo solamente degli epifenomeni e dell'azione della società su se stessa,
evitando di trattare l'azione del livello superiore.
Conclusioni
Abbiamo visto secondo Pirsig la società sia un'entità reale, dotata di esistenza autonoma, sulla quale
agiscono le forze provenienti da tre livelli: il comportamento delle singole persone (livello inferiore), l'azione della società su
se stessa (forze di pari livello) e l'eventuale azione del livello superiore, non discussa in questa sede.
Nel caso della società il valore morale di un comportamento coincide la Qualità dello schema statico associato a quel comportamento.
Questo permette di dare una definizione operativa della morale,
misurando semplicemente quanto un certo comportamento sia diffuso in una società.
La definizione operativa deve essere adeguata al livello dello schema: se a livello biologico possiamo misurare a Qualità di uno schema
prendendo un singolo individuo di un certa specie, ovvero un campione del pool genetico di quella specie, a livello sociale dobbiamo
considerare un campione stastico dell'intera popolazione (ad esempio cento o mille persone)
1.
Ne segue che i valori morali (la Qualità degli schemi sociali) possono essere quantificati misurando la diffusione,
in termini statistici, dei comportamenti che mettono in pratica i valori morali stessi. Questo sarà il punto di partenza per discutere
il contrasto tra valori morali e intellettuali
e proporre un modo di risolvere i
problemi sociali
fondato sull'importanza dei comportamenti attivi e coerenti.
1) Consideriamo la differenza tra lo schema organico "uomo occidentale" e lo schema organico "uomo orientale".
In genere basta prendere due esemplari qualunque per accorgersi che (esemplificando) il "gene degli occhi grandi"
è uno schema di Qualità per l'uomo occidentale, mentre il "gene degli occhi a mandorla" è uno schema di Qualità per l'uomo orientale. Questo metodo di misurazione funziona perché il patrimonio genetico rimane
sostanzialmente invariato durante l'esistenza di un essere vivente. Inoltre, quando prendiamo un individuo di una razza, abbiamo
selezionato un campione di geni nel pool genico della razza, ma finché guardiamo alle differenze tra razze, e non alle
differenza tra individui, ciò non rappresenta un problema. In altre parole non guardiamo alle differenze tra due orientali
o tra due occidentali, ma ci focalizziamo sulle differenze tra orientali ed occidentali.
Se vogliamo procedere in modo analogo nel caso della società umana, l'equivalente di "campione di pool genico" deve essere un'entità
che contiene una selezione di tutti i "geni sociali", e non un singolo "gene sociale". Nel caso della società
perciò il termine "individuo" - quando si parla di misura operativa - non è la singola persona, ma un campione di persone!
Solamente in questo modo posso operare una scelta rappresentativa dello schema sociale, che contiene in sé un
campione di tutti i valori morali (e comportamenti) presenti in quella società.
Ciò è evidente osservando che i comportamenti si attuano nel corso dell'esistenza, per cui sarebbe errato prendere un singolo individuo per misurare la diffusione di un comportamento.
Ad esempio, il comportamento "avere figli" dipende dall'età del soggetto, e non è detto che una persona non possa avere il primo figlio
anche in tarda età. In altre parole, sarebbe errato prendere una singola persona, osservare che non ha figli (ad oggi), e dedurne che
in quella società la prole non è un valore sociale.
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