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Introduzione a Bitcoin

Uno degli aspetti meno compresi di Bitcoin è cosa è Bitcoin. Di primo acchito si potrebbe rispondere una "criptovaluta", un "sistema di pagamento" oppure "oro digitale". Una definizione più accurata (ma più astratta) è la seguente:

Bitcoin è un sistema di messaggistica distribuito, basato su un algoritmo di consenso, che permette la creazione e il trasferimento di un token digitale, senza la necessità di un'autorità centrale o di intermediari

Oppure, per dirlo con le parole di Jack Mallers:

Bitcoin è una infrastruttura pubblica digitale, che nessuno possiede ma accessibile da chiunque, in modo simile a quello che internet è nei confronti dell'informazione

Precisiamo questo aspetto. Le testate giornalistiche usano la stampa, ma non posseggono diritti esclusivi sull'invenzione di Gutemberg. Analogamente aziende come Google, Meta e Amazon offrono servizi costruiti sopra internet, ma non posseggono internet. Bitcoin è un'invenzione simile alla ruota, alla stampa o internet: nessuno lo controlla e tutti possono usarlo, senza dover chiedere il permesso a nessuno.

L'uso di Bitcoin come forma di denaro è solo uno dei tanti utilizzi possibili. A differenza delle valute fiat, prive di valore fisico, Bitcoin consente un nuovo modo di scambiare valore, basato sulla matematica e sulle leggi della termodinamica, anziché sulla fiducia in un ente centrale. Chiariremo queste affermazioni nei prossimi capitoli, spiegando perché Bitcoin potrebbe essere la rivoluzione del secolo o addirittura del millennio, come il fuoco, la ruota o internet.

Disclaimer
Questo non è un consiglio finanziario. Non mi occupo né di investimenti né di finanza.
Solo solamente un umile tecnologo con la passione per la divulgazione.
Scopo di questa pagina è illustrare l'importanza della rivoluzione tecnologica attuata dal movimento Bitcoin.

Contenuti

Logo pianeta

A cosa serve Bitcoin?

Come ogni tecnologia dirompente, la vera natura di Bitcoin è tutt'ora sconosciuta. Questa ignoranza si manifesta attraverso critiche come: è solo speculazione, è troppo volatile o è uno spreco di energia, tutte affermazioni che smentiremo in seguito. Iniziamo con l'elencare alcuni dei vantaggi offerti da Bitcoin:

  • Dollaro Alternativa alla moneta fiat: dopo la crisi economica del 2008 alcuni esperti di informatica ed economia hanno identificato nella stampa di denaro facile la principale causa della crisi. Bitcoin è stato creato appositamente per proporre un'alternativa, ovvero una moneta forte. Ciò non significa che Bitcoin vuole sostituire le valute fiat, ma offrire una "ruota di scorta", ovvero un "piano B", nell'eventualità di un'altra crisi monetaria.
  • Decentralizzazione Moneta decentralizzata: l'attuale sistema monetario fa perno su pochi attori centrali, la cui infrastruttura è fortemente centralizzata: in caso di disservizio dei server di una banca o un circuito di pagamento gli utenti non possono accedere ai loro risparmi. Bitcoin offre un'infrastruttura decentralizzata, priva di single point of failure, talmente distribuita che potrebbe sopravvivere persino ad eventi catastrofici.
  • Africa Popolazione "unbanked": quasi un terzo della popolazione mondiale è sprovvista di un conto bancario, vuoi per motivi politici, legali o semplicemente perché tali servizi scarseggiano nel terzo mondo. Paradossalmente gli smartphone sono più accessibili delle banche. Bitcoin offre ai cittadini accesso al denaro in modo libero, incensurabile e sicuro, attivabile in pochi minuti utilizzando un qualsiasi smartphone.
  • Rimesse Ridurre le rimesse: gli emigrati che lavorano all'estero, quando inviano denaro ai familiari nel paese di origine, devono rivolgersi a servizi che trattengono tra il 20% e il 30% dell'importo trasmesso. Bitcoin offre a queste persone un modo più semplice, veloce ed economico di "mandare i soldi a casa".
  • Libertà Combattere le dittature: il denaro statale è un bene fin tanto che lo stato è "buono". Ma cosa accade nel caso di una dittatura, un regime autoritario o una guerra? Lo stato può bloccare conti correnti, operare prelievi forzosi ecc. Poiché Bitcoin non è controllabile da nessuno ma è un'infrastruttura pubblica, permette alle vittime di sopravvivere anche sotto dittatura, ricevendo aiuti o semplicemente proteggendo il proprio benessere.
  • Energia rinnovabile Incentivare le energie rinnovabili: a differenza di molte attività industriali Bitcoin può generare profitto ovunque: nel deserto, accanto ad una centrale elettrica in costruzione, persino in orbita attorno al sole. Non richiede trasporto di materie prime, né logistica, né estrazione di risorse naturali, ma solo energia ed una connessione internet. Perciò, oltre a non inquinare, Bitcoin promuove lo sviluppo di energie rinnovabili, risolve il problema della Valley of Death e incentiva l'utilizzo di energia che altrimenti andrebbe sprecata.
  • Guy Fawkes Identità digitale: nel mondo digitale ogni documento, immagine o canzone può essere duplicato a piacere, poiché non c'è modo di impedire a qualcuno di copiare un file. Bitcoin risolve il problema permettendo di memorizzare qualsiasi informazione in un datatabase distribuito, protetto dalle leggi della termodinamica. Ciò permette di certificare l'autenticità di opere digitali, di firmare contratti inviolabili o lasciare messaggi eterni ai posteri.
  • Centesimo Micro pagamenti: attraverso soluzioni verticali, ovvero layer tecnologici costruiti su Bitcoin, è possibile inoltrare pagamenti instantanei anche di pochi centesimi a costo zero. Ciò permette di rivoluzionare settori quali la logisitica, i social network, i servizi on demand eccetera, pagando a cottimo qualsiasi tipo di servizio. Come cambierebbe l'uso dei social, se ogni like significasse inviare o ricevere un millesimo di euro?
  • Wallet Self custodial: gestire liquidità sotto forma di valuta fiat offre poche scelte: o ci fidiamo di un custode (la banca) o dobbiamo nascondere i soldi sotto il materasso. Bitcoin offre più opzioni: possiamo tenere i risparmi in un wallet self-custodial (basta nascondere una seed phrase di 12 parole), oppure delegare la custodia a terze parti (come in banca), con la possibilità di scegliere qualsiasi soluzione intermedia.

In parole povere Bitcoin offre libertà finanziaria, ovvero un modo libero, incensurabile, pubblico e sicuro di trasmettere valore, che non richiede di porre fiducia in uno stato, in una banca o altra istituzione, ma solamente nella matematica. Gli esseri umani sono egoisti e facilmente corruttibili, mentre la matematica è democratica: nessuno può cambiarne le regole, corromperla o modificarla via decreto.

Nota: solo parte dei benefici qui elencati sono intenzionali. Quando Bitcoin fu inventato, tra il 2008 e il 2009, i creatori stessi non immaginavano che Bitcoin potesse offrire così tanti vantaggi. Perciò è lecito supporre che in futuro scopriremo altre applicazioni di Bitcoin, nuovi modi di usarlo o persino di definirlo. Ecco perché ad oggi non è facile dire cosa è Bitcoin ma, al contrario, è probabile nei prossimi secoli diremo questa cosa è come Bitcoin.

Bitcoin ha un futuro?

Un paragone interessante riguarda il confronto tra internet e Bitcoin. Negli anni '90, prima della diffussione dell'email, dei browser e dei social network, era difficile spiegare cosa era internet o a cosa potesse servire. Analogamente, al momento è difficile prevedere tutte le possibili applicazioni verticali di Bitcoin. Molti degli utilizzi avanzati di Bitcoin sono ancora acerbi e incomprensibili agli utenti poco esperti.

Per inviare una mail negli anni '90 serviva un modem, un abbonamento ISP o l'accesso ad una BBS, e smanettare ore coi parametri SMTP, POP3 ecc. Oggi ci riesce anche un bambino con un solo click. Perciò è normale che i casi d'uso che attualmente richiedono l'accesso ad un exchange, un wallet onchain e un wallet lighting, una sidechain e uno swap online possano sembrare complicati, anzi: è probabile che alcune di queste parole suonino incomprensibili ai profani. Ma è altrettanto probabile che tra pochi anni svolgeremo queste operazioni con un click, uno swipe o una strizzata d'occhio nel metaverso.

Internet VS Bitcoin
Figura 1: confronto tra l'adozione di internet e delle criptovalute

Ecco perché coloro che non capiscono Bitcoin hanno tutto il diritto di sentirsi spiazzati, spaventati o di pensare che Bitcoin sia spacciato. Per nostra fortuna dietro alle quinte lavorano persone appassionate e competenti, che stanno già collaudando soluzioni ai possibili problemi di Bitcoin, a cui accenneremo nella prossima sezione.

I falsi problemi

Vediamo adesso quali sono le critiche più comuni a Bitcoin, e perché la maggior parte di esse sono infondate, errate o male interpretate. Iniziamo con il discutere le false problematiche:

  • Bitcoin non ha valore: prima di affermare che Bitcoin non ha valore intrinseco dobbiamo capire cosa è il valore. L'oro ha valore intrinsco o è solo convenzionale? Se l'oro fosse la risorsa più abbondante sul pianeta, avrebbe ancora valore? Bitcoin è il primo bene assolutamente scarso nella storia dell'umanità, e la scarsità di un bene è uno dei motivi per cui gli esseri umani attribuiscono valore. Da questo punto di vista Bitcoin è oro digitale. Storicamente molte forme di denaro hanno usato l'oro come sottostante, ma qual'è il sottostante dell'oro? Se ammettiamo che l'oro è il sottostante di se stesso, allora lo stesso potrebbe valere per Bitcoin.
  • Bitcoin non è moneta: ogni forma di denaro si basa sulla fiducia. Nel caso dell'oro la fiducia nasce dal fatto che la società umana gli attribuisce valore da millenni. Le valute fiat hanno valore perché riponiamo fiducia nello stato o banca centrale che le garantisce (o impone, a seconda dei punti di vista). Il valore di Bitcoin sta nell'energia spesa per produrlo, ma anche nella rete di volontari che ci lavora. Bitcoin può essere considerata una valuta il cui sottostante consiste proprio nell'insieme dei miners, dei nodi validatori, dei manutentori del codice e i risparmiatori che lo custodiscono nei propri wallet.
  • Bitcoin è obsoleto: il fatto che esistano "versioni moderne" di Bitcoin non significa che siano migliori, anzi: il fatto che Bitcoin domini il mercato da 15 anni dimostra che Bitcoin è come un buon vino: più invecchia, più ha valore.
    Il codice di Bitcoin è open-source, chiunque può copiarlo e inventarsi la sua altcoin. A differenza di Bitcoin, che è gestito da una comunità di appassionati, idealisti o rivoluzionari, le altcoin sono sponsorizzate da aziende che hanno copiato il codice originale. Questo perché basta un click per clonare del codice, ma non è altrettanto facile clonare una community. Inoltre, a differenza di altre tecnologie, che diventano obsolete con l'avvento di nuovi prodotti, Bitcoin è un'invenzione simile alla ruota, la scopa o il bicchiere. Sebbene siano state inventate versioni migliorate di questi strumenti (l'hoverboard, l'aspirapolvere, le cannucce ecc.), le originali sono ancora preferite alle alternative.
  • Bitcoin è volatile: la volatilità di Bitcoin non è un difetto ma una conseguenza della sua scarsità. Se un asset è liquido, o se la sua offerta può essere regolata (vedi creazione e drenaggio della moneta fiat), allora è possibile attuare politiche interventiste per tenerne stabile il prezzo. Perciò, siccome la quantità di Bitcoin è fissata pari a 21 milioni, è normale che il prezzo sia volatile nella prime fasi per stabilizzarsi sul lungo periodo. E' plausibile che entro una decina d'anni il prezzo di Bitcoin sia più stabile di quello dell'oro.
Volatilità
Figura 2: diminuzione della volatilità di Bitcoin negli anni
  • Bitcoin è lento: alcuni paragonano la velocità di Bitcoin alle transazioni Visa o Mastercard, ma è un po' come confrontare mele e pere. La blockchain rappresenta solo la fondamenta del sistema, come il livello più basso del sistema bancario. Perciò la velocità di una transazione Bitcoin (10-20 minuti) andrebbe paragonata alla compensazione finale operata tra banche (giorni o settimane), così come la capacità di Visa (transazioni/secondo) andrebbe paragonata con l'analoga metrica su Lighting Network (con la differenza che Bitcoin non richiede compensazione).
  • Bitcoin inquina: affermare che Bitcoin inquina perché consuma troppa energia è come dire che un autobus inquina perché emette più CO2 di un'automobile. L'energia usata da Bitcoin è energia che altrimenti andrebbe sprecata: circa il 60% dell'energia impiegata nel mining proviene da fonti rinnovabili, al contrario del 20% dei comuni impieghi industriali e domestici. Questo perché il mining è profittevole solo nelle aree poco urbanizzate, dove l'energia è più economica. Inoltre il mining è uno dei processi industriali più modulabili, che può essere spento durante le fasce orarie di maggior consumo energetico. Infine Bitcoin risolve il problema della Valley of Death e incentiva lo sviluppo di energie rinnovabili. Accusare Bitcoin di distruggere il pianeta è un po' come multare un'ambulanza per eccesso di velocità: il fatto in sè è veritiero (Bitcoin consuma, un'ambulanza corre), ma considerando il contesto (Bitcoin incentiva il rinnovabile, l'ambulanza salva una vita) le conclusioni cambiano.
Volatilità
Figura 3: Bitcoin consuma circa un millesimo dell'energia mondiale (con il miglior mix energetico)
  • Rischio di bug: come ogni software il funzionamento di Bitcoin potrebbe essere minacciato da un bug. In realtà l'uptime di Bitcoin è quasi del 100%, per cui è uno dei servizi più affidabili di sempre, e la comunità ha dimostrato di reagire in poche ore anche in caso di bug. Chi teme che un bug possa fermare Bitcoin spesso ignora che il protocollo è costruito sfruttando la teoria dei giochi: siccome nessuno si fida del prossimo, la comunità cerca sempre la soluzione che soddisfa la maggioranza. In altre parole, anche se un bug rompesse Bitcoin, è probabile che uno dei "frammenti" risultanti dalla "rottura" diventi il nuovo Bitcoin. Un caso recente è quello degli ordinals, che per i puristi sono un bug di Bitcoin Core, mentre per il mercato sono una feature su cui investire.
  • Verrà vietato: l'unico effetto di una regolamentazione restrittiva sarebbe il rallentamento dell'adozione di massa, come già avvenuto per diverse tecnologie dirompenti, quali l'abaco, la stampa, l'auto e l'aeroplano. Bitcoin funziona grazie ad una rete peer-to-peer, in modo simile a BitTorrent, per cui l'unico modo di fermarlo è entrare casa per casa e sequestrare tutti i nodi della rete. Un esempio significativo è il recente divieto del mining in Cina: il provvedimento ha ridotto il mining ufficiale, ma al tempo stesso ha visto proliferare il mining abusivo e illecito. Infine, se proprio dobbiamo preoccuparci delle normative aggressive, ricordiamoci che l'intera sicurezza e privacy potrebbero scomparire semplicemente con una legge europea.
  • E' una moda: nessuno possiede la sfera di cristallo, perciò nessuno può sapere se Bitcoin è qui per restare o se è solo una bolla. L'avvento delle CBDC potrebbe giocare sia a favore che contro Bitcoin. Il futuro di Bitcoin, come qualsiasi altro asset, dipende dai casi d'uso e dall'interesse del mercato. Tenendo conto dell'adozione crescente negli anni e delle caratteristiche che lo rendono unico (incensurabile, inarrestabile, internazionale ecc.) è lecito pensare che Bitcoin sia una tecnologia emergente, un po' le carte di credito negli anni '70: nessuno capiva come funzionavano, erano considerate virtuali rispetto al contante e pochissimi negozi le accettavano. Il futuro di Bitcoin è facilmente intuibile dalle parole di Satoshi Nakamoto:

    Come esperimento mentale, immagina che esista un metallo comune scarso come l’oro, ma con le seguenti proprietà: colore grigio noioso, scarso conduttore di elettricità, non particolarmente resistente [..] inutile per scopi pratici o ornamentali, ma con una proprietà speciale, quasi magica:
    può essere trasportato su un qualsiasi canale di comunicazione

  • Quantum computing: alcune ricerche ipotizzano che Bitcoin potrebbe essere compromesso dai prossimi computer quantistici. Si tratta di un timore legittimo perché nessuno ha la sfera di cristallo, quindi è possibile che in futuro il quantum computing possa minacciare la sicurezza di tutti i protocolli informatici, Bitcoin compreso. Questo è un problema che riguarda qualsiasi sistema, poiché ogni tecnologia può essere distrutta da un'innovazione dirompente (breakthrough), aggirata da una nuova pratica (loophole) o un evento Carrington. Altro...

Vediamo alcuni motivi per cui questa preoccupazione potrebbe essere ingiustificata:

  • Lentezza della ricerca: molti articoli citano ricerche teoriche vecchie di trent'anni. E' vero che nel 1994 Shor ha mostrato che è possibile "rompere" la crittografia RSA con un computer quantistico, ma è anche vero che in trent'anni di sperimentazione il numero più grande che un computer quantistico sia riuscito a fattorizzare è molto piccolo (il numero 21 = 7 x 3). Alcuni ricercatori affermano di aver fattorizzato numeri più grandi, ma questi risultati sono contestati dalla comunità scientifica. Ovviamente chi investe nell'informatica quantistica cerca di spacciare per rivoluzionari dei risultati mediocri, pur di vedere finanziata la propria ricerca. Ma il fatto che in trent'anni nessuno sia mai riuscito a rendere profittevoli questi investimenti suggerisce che la sperimentazione sia ancora molto indietro.
  • Tipo di crittografia: la maggior parte degli esperimenti che mirano a rompere la crittografia usando dei computer quantistici riguarda la crittografia RSA, usata dal 99% dei servizi online (banche comprese) mentre Bitcoin usa la crittografia ECDSA. Perciò, anche se è plausibile che una volta compromessa la crittografia RSA si troverà il modo di "rompere" anche ECDSA, è bene non confodere le due cose: se un esperimento dimostrasse che RSA è vulnerabile, probabilmente i primi sistemi a rischio sarebbero i conti in banca, gli account sui social network e la catena dei certificati RSA (PKI): non la rete Bitcoin.
  • Target: se guardiamo a come è distribuita la ricchezza mondiale, ovvero alla distribuzione di un qualsiasi indice di massa monetaria, Bitcoin rappresenta solo una minuscola frazione del capitale totale. E' quindi legittimo pensare che se un attore malizioso volesse investire ingenti capitali per sviluppare un computer quantistico, probabilmente trarrebbe più profitto dall'attaccare le banche, la finanza centralizzata e i servizi di grosse aziende, piuttosto che minacciare Bitcoin.
  • Incentivi: se qualcuno riuscisse a rompere la crittografia ECDSA non avrebbe interesse a rubare subito tutti i bitcoin possibili, a meno che non riuscisse a rivenderli nel giro di poche ore. Infatti, appena la notizia diventasse pubblica, tutti si precipiterrebero a vendere e nessuno acquisterebbe i bitcoin compromessi (e il prezzo crollerebbe), per cui il malintenzionato avrebbe investito ingenti capitali in un computer quantistico per ritrovarsi in mano dei token senza valore. Un utente malevole avrebbe quindi interesse a recuperare solo i bitcoin perduti e pochi alla volta, per non dare nell'occhio. L'unico scenario plausibile è quello politico, in cui qualche attore importante (impresa, federazione o coalizione di stati) decidesse di bruciare miliardi di dollari per attaccare Bitcoin.
  • Indirizzi: gli indirizi attaccabili rompendo la crittografia ECDSA sono solamente quelli P2PK, perché sono gli unici ad esporre direttamente la chiave pubblica. Anche gli indirizzi P2PKH sono a rischio, ma solo per i pochi minuti che passano tra l'invio della transazione e la sua conferma (in media 20-30 minuti). Tutti gli altri tipi di indirizzo si limitano a dimostrare il possesso della chiave pubblica senza esporla, mediante firma digitale. Quindi, anche se i computer quantistici divenissero realtà, e se riuscissero a rompere EDCSA, gli unici bitcoin a rischio sarebbe quelli creati prima del 2010, che in teoria sono quelli di cui sono state già smarrite le chiavi private (o quelli degli utenti pigri e ignoranti).
  • Crittografia Quantistica: paradossalmente la ricerca della soluzione avanza più velocemente del problema. Mentre i computer quantistici sono fermi alla fase di sperimentazione, e lavorano con una manciata di qubit, la crittografia quantistica è già realtà. Il protocollo BB84 è stato verificato sperimentalmente, come dimostrato qui, qui e qui. Perciò è possibile che in futuro assisteremo ad un aggiornamento del protocollo Bitcoin, che potrebbe abbandonare ECDSA a favore della crittografia quantistica, e ciò potrebbe avvenire decenni prima che l'informatica quantistica riesca a minacciare gli attuali standard crittografici.

Analisi delle criticità

Nessuno è perfetto e anche Bitcoin è soggetto a controlli, revisioni e miglioramenti. La lentezza e cautela con cui Bitcoin evolve nel tempo è un sano indicatore della prudenza e serietà della comunità che ci lavora. Ecco quali sono le possibili problematiche che potrebbero minacciare Bitcoin (e le soluzioni attualmente in fase di sperimentazione).

Scalabilità

ll layer 1 di Bitcoin, ovvero la blockchain (che a rigore si chiama timechain) è progettato per essere robusto e immutabile al prezzo di una scarsa velocità. Ciò si traduce in circa 500.000 transazioni al giorno, pari ad appena 5 transazioni al secondo, decisamente poche rispetto alle 24.000 di Visa o alle 5.000 di Mastercard. Come già detto si tratta di un confronto errato, poichè le transazioni onchain sono conclusive mentre i pagamenti con carta di credito richiedono giorni o settimane per la compensazione. Ma ciò non interessa l'utente finale, che giustamente ignora i dettagli tecnici e guarda solo all'efficienza della sua operatività.

Bitcoin risolve il problema appoggiandosi a layer superiori, come ad esempio Lighting Network, Liquid o RGB, che sono soluzioni simili a quelle operate dal circuito bancario. Da questo punto di vista le transazioni onchain corrispondono alle operazioni tra banche (trasporto valori, compensazioni finali ecc.) mentre Lighting Network (LN) e RGB sono applicazioni verticali, esattamente come bancomat e carte di credito (spese, pagamenti quotidiani ecc.).

Adozione LN
Figura 4: adozione di Lighting Network negli anni

Lighting Network consente transazioni velocissime (frazioni di secondo) con spese quasi nulle (frazioni di centesimo). Il prezzo di questa efficienza è l'incentivo alla centralizzazione dei nodi di Lighting Network, per cui un rischio è quello di avere un layer 1 lento e decentralizzato (la blockchain), con un layer 2 veloce ma imperniato attorno ai Lightning Service Provider (LSP), ovvero parzialmente centralizzato.

La soluzione è quella di accettare un po' di centralizzazione tramite tecniche di fallimento grazioso, per essere pronti a ri-decentralizzare quando richiesto. In altre parole ciò che importa non è quanto i layer di livello superiore (LN, RGB ecc.) sono decentralizzati, ma quanto la rete è in grado di reagire all'eccessiva centralizzazione.

Si potrebbe pensare che scalare Bitcoin aggiugendo un layer verticale sia come "mettere una pezza", ma la storia insegna che questo è il modo più efficiente di procedere. I limiti del protocollo TCP/IP non sono stati superati modificando il protocollo, bensì aggiungendo il layer HTTP per gestire il trasferimento di dati strutturati. Altro esempio: lo standard IPV6 stenta a sostituire l'IPV4, perché la tecnologia NAT permette a più dispositivi di condividere lo stesso indirizzo IP esterno. Ciò vale anche in ambito biologico: la natura ha preferito superare i limiti della vita unicellulare scalando verticalmente verso le forme di vita eucariotiche, anziché perfezionare i procarioti.

Decentralizzazione

Uno dei punti di forza di Bitcoin è la sua natura decentralizzata. Questa decentralizzazione si manifesta a livello della rete peer-to-peer, distribuita sull'intero pianeta, ma anche tramite la decentralizzazione della comunità di sviluppatori, nodi e provider di servizi. La decentralizzazione del mining è cruciale, perché se il mining finisse nella mani di un'unica entità quest'ultima potrebbe censurare le transazioni altrui, o tentare operazioni di doppia spesa. Questo scenario è chiamato "attacco del 51%", poiché basterebbe gestire il 51% del mining per controllare la blockchain.

L'importanza del mining decentralizzato è il motivo principale per cui Bitcoin funziona con la Proof of Work (PoW), anziché soluzioni apparentemente più efficienti come la Proof os Stake (PoS). Un mining basato sull'energia elettrica (grandezza fisica difficile da monopolizzare) è più incline alla decentralizzazione rispetto ad un mining basato sullo stacking di un collaterale, che invece incoraggia la concentrazione del processo in poche mani.

Il maggior rischio di centralizzazione proviene dalle mining pool, una sorta di "cooperative di miners" che uniscono le forze. Il pericolo aumenta se una mining pool si occupa anche di produrre dispositivi di mining, come nel caso di Antpool, che è sostenuta da Bitmain. Questo scenario potrebbe incentivare comporamente disonesti, sopratutto durante le impennate del prezzo (esempio: scatta la bull run → Bitmain rilascia i driver aggiornati solo ad Antpool).

Adozione LN
Figura 5: distribuzione del mining tra le principali mining pool (2023)

Fortunatamente il valore di Bitcoin dipende dalla sua decentralizzazione, per cui a nessuno interessa controllare il processo di mining. Se il 51% del mining finisse nelle mani di un'unica entità, il prezzo crollerebbe drasticamente e sarebbe proprio l'azienda che ha monopolizzato il mercato a rimetterci maggiormente. Questo meccanismo di "retroazione negativa" basta da solo a incentivare la decentralizzazione.

Infine, per ridurre al minimo il rischio di centralizzazione, alcune mining pool offrono un sistema più equo e robusto di dividere le ricompense del mining, in modo che le reward del mining vengono assegnate direttamente al miner che ha generato il blocco, anziché alla pool centrale. Una soluzione di questo tipo è quella proposta da Ocean, la prima mining pool ad aver affrontato la questione del mining mettendo la decentralizzazione al primo posto.

Commissioni

Bitcoin funziona grazie ad una rete peer-to-peer basata su incentivi economici. Il primo incentivo è il cosidetto coinbase (o block subsidy), che è la ricompensa assegnata ogni volta che un miner aggiunge un blocco alla blockchain. Il secondo incentivo sono le fee, cioè le spese di commissione che l'utente sceglie di pagare per effettuare una transazione.

Trattandosi di un sistema libero e privo di un regolatore centrale, il costo delle fee dipende unicamente dalla legge di domanda e offerta. In periodi di congestione, come durante le "bolle" dovute agli NFT (che su Bitcoin si chiamamo ordinals o inscriptions), l'aumento della domanda spinge le fee verso l'alto. Questo viene percepito come un difetto ma, paradossalmente, secondo alcuni è la soluzione ad un altro problema.

Figura 5: andamento delle spese di commissioni medie nel corso degli anni (in dollari)

Chiariamo l'ultima affermazione. Una delle critiche mosse a Bitcoin è che, quando verrà minato l'ultimo bitcoin (attorno all'anno 2140) i miner non saranno più incentivati a produrre blocchi, per cui Bitcoin morirà. Grazie alle elevate commissioni associate agli ordinals, il problema è già stato risolto. Già nel 2023 sono stati minati blocchi in cui il contributo delle fee era maggiore della coinbase. In altre parole Bitcoin ha dimostrato, con oltre un secolo di anticipo, di poter sopravvivere anche in un contesto in cui la ricopensa di coinbase fosse nulla.

Le alte spese di commissione sono comunque un problema per chi deve svolgere transazioni di modesta entità, ma esistono giò soluzioni basate sui layer superiori, come ad esempio il passaggio di bitcoin attraverso strumenti ausiliari, quali Liquid, Pocket bitcoin o Boltz. Si tratta di tecnologie ancora acerbe, difficilmente fruibili dai meno esperti, ma funzionanti e collaudate. Ricordiamo che Bitcoin è ancora in fase di adozione, per cui è normale che casi d'uso avanzati richiedano una certa compentenza. E' successo con internet negli anni '90 e con gli smartphone una decina di anni fa: quanti di voi sapevano come editare un video sul telefono, nel lontano 2013?

Adozione di massa

Uno dei problemi più discussi riguarda lo scenario in cui Bitcoin venisse adottato a livello mondiale. A parte la questione della scalabilità, potenzialmente già risolta dai layer di livello superiore, il rischio è che Bitcoin diventi un asset gestito solo in modalità custodial, in modo simile a quanto già accaduto con la confisca dell'oro (per ragioni diverse).

Nel caso di Bitcoin il problema non nascerebbe dalla confisca, che è impossibile per ragioni pratiche (decentralizzazione e crittografia) bensì per volontà dei risparmiatori, che potrebbero preferire affidare ad altri i propri bitcoin (cioè le chiavi private) piuttosto che accettare la responsabilità della custodia personale. Anche se le motivazioni principali sarebbero solo ignoranza e pigrizia (custodire una seed phrase non è diverso dal conservare la password del banking online), questo è comunque uno scenario plausibile. Esempio: molti investitori potrebbero preferire possedere bitcoin in modo indiretto, ad esempio acquistando quote di un ETF, anziché gestire personalmente il sottostante.

Secondo alcuni esperti uno scenario di questo tipo incentiverebbe lo scambio di bitcoin su altri canali, ad esempio tramite quote dell'ETF, anziché sulla blockchain, e ciò potrebbe ridurre i profitti del mining. La conseguente riduzione del mining potrebbe minacciare la decentralizzazione, e la mancanza di decentralizzazione potrebbe svalutare Bitcoin.

A nostro parere questo sembra essere un falso problema, perché se il mining tramite ASIC diventasse improduttivo, la rete potrebbe tornare a validare blocchi come accadeva nei primi anni di vita di Bitcoin, cioè tramite mining domestico (normali PC, o al più schede grafiche). La rete Bitcoin ha già mostrato in passato di essere resiliente e antifragile, per cui è plausibile ipotizzare che anche in caso di rivoluzione del processo di mining, la rete tornerebbe a funzionare come prima (dopo un breve periodo di assestamento).

Approfondimenti in Italiano

Approfondimenti in Inglese

Video in Inglese

Bitcoin in 5 minuti

You Tube

Bitcoin spiegato in meno di 5 minuti.

Il sistema bancario funziona tramite un ente centrale che gestisce, controlla e convalida ogni transazione. Ciò garantisce efficienza e velocità, ma significa doversi fidare di un ente centrale, ovvero un single point of failure. Se l'ente centrale viene attaccato, compromesso o sospeso, gli utenti non possono più accedere ai propri risparmi. Il video spiega come Bitcoin risolve il problema con l'approccio opposto: invece di un ente centrale, le transazioni sono controllate e custodite da una rete distribuita e decentralizzata. Meno efficiente, ma più sicuro, trasparente e soprattutto infallibile.

Bitcoin illustrato

You Tube

Video introduttivo al funzionamento di Bitcoin.

Si inizia dal concetto di libro mastro (in inglese: ledger) come sistema per tenere traccia di pagamenti e saldi. Dopodiché si spiega come la crittografia garantisca autenticità e integrità delle transazioni registrate nel libro mastro, e come ciò permetta di fare a meno di un ente centrale, distribuendo diverse copie del libro mastro agli utenti. Ma come raggiungere il consenso in modo trustless, senza fidarsi degli altri? Il protocollo Bitcoin risolve il problema mediante la Proof-of-Work, che constringe gli utenti a spendere energia elettrica per scrivere nel libro mastro. Per decidere qual'è la versione corretta del libro mastro, gli utenti sceglielgono quello che contiene "più energia".

Come funziona Bitcoin

Bitzuma

Introduzione completa al funzionamento di Bitcoin.

La pagina illustra i principali aspetti tecnici di Bitcoin, ma senza entrare nei dettagli matematici o informatici. Viene spiegato cos'è una valuta digitale, la crittografia asimmetrica, la funzione di hash di un testo, la catena di pagamenti eccetera. La lettura è semplice ma densa, per cui si consiglia di assimilarla a piccole dosi, preferibilmente nell'arco di più giornate. Il testo è scritto per principianti, affinché possano capire come funziona Bitcoin, e capire perché è intrinsecamente sicuro. La trattazione si conclude spiegando cos'è una blockchain, a cosa serve la Proof-of-Work e come funziona la creazione di nuove monete (Block Subsidy).

Bitcoin come contenuto

Andrea Antonopoulos

Antonopoulos spiega perchè Bitcoin potrebbe funzionare anche tramite un social network, un'onda radio o un piccione viaggiatore. Infatti una transazione Bitcoin è intrinsicamente sicura, a differenza di una transazione via carta di credito, che deve viaggiare su un canale protetto. Infine Antonopoulos disquisisce su come ogni generazione tenda a vedere i nuovi medium come "volgari" o "banali", confondendo il contenuto con il mezzo di trasporto: ciò è avvenuto passando dal teatro al cinema, o dai libri cartaceei agli e-book. I sostenitori del sistema bancario fanno lo stesso: confondono il canale di pagamento (protetto e controllato) con il messaggio (la trasmissione di valore). Poiché Bitcoin è indipendente dal mezzo di trasporto, esso è di qualità superiore rispetto a qualsiasi sistema bancario, il cui valore sta solo nel canale di pagamento (garanzia di trasporto e custodia).