Introversità, sindrome di Tolkien e sindrome di Saint-Exupéry
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In questa tesi vengono discussi i seguenti argomenti:
Introversione emotiva
- Introversione ed estroversione: una sintesi dell'approccio utilizzato in
psicologia per descrivere le caratteristiche delle personalità introverse ed introverse. In particolare,
partendo dalle posizioni di C.G. Jung e di J. Redfield, si illustra a grandi linee il modello dell'opposizione tra
introversità ed estroversità, ponendo maggior rilievo sulla prima, al fine di introdurre alcuni termini fondamentali.
- Introversione ed intelligenza astratta: una discussione sulla correlazione
tra l'intelligenza astratta (secondo la definizione di di H. Gardner) e la personalità introversa. La nostra tesi
è che l'intelligenza astratta non sia né un vantaggio né una patologia, ma semplicemente una
predilezione dell'essere umano verso un particolare ambiente e una percezione noiosa dell'ambiente opposto.
- Introversione e disagio sociale: introduzione del modello ad elastici
per spiegare l'alternanza tra bisogno di solitudine e ricerca dell'affettività nelle personalità introverse.
Si introduce poi il concetto di inclusione, in alternativa a quello di integrazione, come metodologia più adatta
a trattare il problema dell'eccessiva introversione. Riteniamo infatti che, nella maggioranza dei casi, il percepire
l'integrazione sociale come un obbligo possa solo aumentare il disagio già esistente.
Introversione mentale
- Rifiuto dei valori sociali: discussione sulla correlazione tra l'introversione
emotiva e il rifiuto degli status symbol (carriera, lusso, aspetto esteriore ecc.), senza avanzare alcuna ipotesi di causa-
effetto. A nostro parere si tratta semplicemente di un meccanismo evolutivo in chiave darwinistica, per cui i soggetti introversi
che raggiungono una forma mentis "stabile" devono giocoforza rifiutare i valori imposti dalla società.
- Precarietà e disoccupazione: in questa sezione viene discusso il disagio vissuto
dalle personalità introverse nel mondo del lavoro e le difficoltà professionali che ne derivano.
Riteniamo che in molti casi la precarietà rappresenti la soluzione, adottata a livello incoscio, dai soggetti
introversi per ridurre il disagio sociale.
- Contemplazione e gioco: confronto tra alcune soluzioni adottate più
frequentemente dalle personalità introverse per ridurre, o addirittura eliminare, il disagio sociale. In particolare si
discutono i casi di fallimento delle strategia adottate: difficoltà nel condividere la gioia contemplativa e
il fenomeno dell' aggregazione dispersiva.
Sindrome di Tolkien
- I livelli dell'astrazione: introduzione del modello a livelli che illustra i
diversi gradi di rifugio nell'astrazione da parte delle personalità introverse. Si parte dal livello di svago
(percezione dello schema) passando per il livello di ruolo (recitazione dello schema) fino al livello creativo
(invenzione dello schema).
- Pulsione creativa: spiegazione dell'atteggiamento compulsivo che spinge
le personalità introverse del livello creativo a produrre continuamente qualcosa di nuovo, senza trarne
alcun beneficio morale nè fisico, ma anzi, arrivando spesso a danneggiare se stessi. Spesso la sindrome si manifesta
attraverso la costruzione senza fine di una "tela di Penelope" (il Silmarillion di Tolkien).
- La personalità dinamiche: interpretazione della sindrome di Tolkien secondo
la filosofia di R. Pirsig, ovvero descrizione della pulsione artistica che spinge ad esternalizzare i propri costrutti mentali,
per pura necessità egoistica, e di come, grazie a questo meccanismo, la società umana evolva generazione dopo
generazione.
Sindrome di Saint-Exupéry
- Disimpegno morale: analisi del meccanismo dell'inganno in virtù
del quale molti soggetti che non si realizzano a livello sociale attribuiscono la colpa del fallimento alla società
stessa, evidenziandone le contraddizioni e i difetti. Anche se è vero che la società predilige un "disonesto simpatico"
ad un "onesto antipatico", non è questa la causa del problema. L'unico responsabile dell'eventuale mancato
successo è il soggetto stesso, che non si rende conto di investire tutte le sue energie psico-fisiche in progetti
di cui la società non ha fatto esplicita richiesta.
- Senso del dovere: intepretazione alternativa del famoso racconto
di A. Saint-Exupéry, secondo la quale il Piccolo Principe non sarebbe la "vittima" di un mondo alienante o meschino,
bensì l'unico responsabile del proprio disagio sociale. In questa sezione si ipotizza che il Piccolo Principe sia una
personalità introversa ormai invecchiata, ammalata di nostalgia per le proprie creazioni mentali, che sceglie quindi di
abbandonare la vita sociale per tornare a "vivere" sul proprio mondo (come fece Saint-Exupéry).
- Conclusioni: discussione sulla quasi impossibilità di cambiare la società
umana in modo da permettere alle personalità introverse di ridurre il disagio discusso sopra (esempio: rarità
della pratica del telelavoro). Introduzione di alcune strategie concrete per aggirare il problema, allo scopo di adattarsi
anzichè adeguarsi (Piaget docet): il situazionismo, la recitazione e il gioco di ruolo.
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