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Quadricromia

Ordinatamente, l'uno dopo l'altro, gli scienziati presero posto nella sala riunioni attigua al laboratorio.
"Egregi colleghi" - disse il capo dell'equipe scientifica dalla cattedra - "Questa è una riunione informale, indetta allo scopo di darvi alcune anticipazioni riguardo la scoperta di stanotte".
Un lieve mormorio si levò nella sala.
"Ma vedo che siete ansiosi. Quindi inizio subito a esporre la relazione".
Lo scienziato si schiarì la gola, estrasse un plico e prese a leggere - "Rapporto analisi dati del Progetto Adam-17, campione raccolto nel quinquennio 2112-2117".
Le luci della sala riunioni si abbassarono e un proiettore scese dal soffitto. Un attimo dopo cifre e istogrammi inondarono la lavagna luminosa alle spalle dell'oratore. I presenti ascoltavano attenti. All'improvviso l'interesse generale divenne palpabile: sullo schermo era apparsa l'immagine di un gorilla che teneva in mano una specie di pallottoliere.
"Vedete signori? Riuscite a contare gli anelli infilati sulle assi dello strumento? E' come temevamo. Purtroppo anche il progetto Adam-17 è fallito. Si tratta ancora una volta di quadricromia non indotta".
"Non è possibile" - urlò alzandosi dalla sedia uno scienziato - "E' una volgare coincidenza! Ritengo di poter calcolare le probabilità entro un paio di giorni. Posso dimostrare che rientriamo nella normale statistica!".
"Non diciamo fesserie" - rispose un altro agitando il braccio - "E' il diciassettesimo fallimento, l'ennesimo caso di quadricromia accertata. Questo conferma una volta per tutte la teoria di Heleri!"
"Silenzio. Silenzio" - tentò invano il capo dell'equipe dalla cattedra - "Ordine signori, vi prego. Ordine!".
Ma ormai caos e anarchia dominavano incontrastati. Ci volle oltre un'ora per appianare i conflitti d'opinione, ma alla fine tutti dovettero ammetterlo: si trattava ancora una volta di quadricromia.

* * *

Jonathan entrò nella stanza in ritardo, con la barba lunga e la giacca stropicciata. Gli occhi dei presenti si voltarono immediatamente verso di lui.
"Chiedo scusa, ho trovato un ingorgo incredibile. C'erano addirittura due camionisti che ...".
"Non importa, signor Flecher: esponga subito i risultati della sua ricerca. Le restano solo dodici minuti".
"Sì, certo signore" - rispose Jonathan sorpreso. Sorpreso per l'ennesima volta dalla freddezza del suo direttore. Ma soprattutto stupito di sorprendersene ancora dopo tanti anni. Impiegò un paio di minuti a srotolare lo schermo, piazzare il proiettore e iniziare il discorso.
"Dunque ... intanto buongiorno a tutti" - nessuno dei presenti rispose. Ovviamente.
"Sono stato incaricato di svolgere questa ricerca per conto del dipartimento Design & Produzione della New Mobile ...".
"Conosciamo tutti il nome della nostra azienda, Jonathan. Vada al sodo, per favore".
"Certo, i risultati ... allora salto questa dozzina di diapositive, cose che sapete già: la teoria del marketing cromatico, l'induzione subliminale, la gratificazione delle forme, la quadri-logic".
"La quadri-cosa?" - chiese un dirigente nell'imbarazzo generale.
Jonathan trattene un sorriso compiaciuto. Erano una manica di ignoranti, a parte lui.
"La quadri-logic, signori ... se qualcuno di voi non la ricorda a memoria posso ripeterla. Giusto tre diapositive, ci vorranno cinque minuti".
Jonathan si voltò con finto candore verso il direttore, il quale accusò il colpo verde di rabbia.
"Va bene, signor Flecher. Vada avanti e ci ripeta un po' questa ... queste tre diapositive".

* * *

Tornata la calma gli scienziati presero a sedersi. Richard aspettava il suo momento, sorseggiando una tazza di tè.
"Poveri stolti" - pensava - "Tutti questi anni per capire che dobbiamo evitare la quadricromia. Qualsiasi simulazione organica cadrà sempre in questa trappola. Oggi è la volta buona, adesso non possono più rifiutarsi di approvare una versione virtuale. Il prossimo progetto Adam sarà mio".
Si guardò attorno. La sala riunioni lo aveva affascinato sin dall'inizio, quand'era ancora uno studente. Ma negli ultimi vent'anni era diventata ancora più unica e pittoresca. Ai suoi tempi, prima del dottorato, la sala era considerata un luogo di culto: lì infatti era conservato il terzo esperimento d'intelligenza artificiale organica, il famoso Adam-3. Adesso la povera ameba era mummificata dentro una teca, dimenticata dal mondo.
Un ameba da un miliardo di dollari, avevano scritto sui giornali vent'anni prima. Invece era solo l'inizio della fine, un fallimento ripetuto volta dopo volta, con miope ostinazione.
Richard sorseggiò il tè girando la testa, contemplando le altre teche.
Poco oltre l'ameba si notava la forma di un coccodrillo imbalsamato, intento a gingillarsi con il famoso "gioco della tartaruga". Erano stati proprio i rettili, passati alla storia come Adam-15, ad inventare il "turtle-game". Una storia curiosa, macabra come le altre, ma dalle sfumature velate di comicità. I coccodrilli del progetto Adam-15 avevano sviluppato subito una sorta di intelligenza e organizzazione sociale. Dopo pochi mesi di vita nella caverna ipertemporale si erano divisi tra cacciatori e custodi, avevano creato una forma di linguaggio primitiva e inventato il martello.
Purtroppo, proprio il coccodrillo che Richard adesso osservava attraverso i vapori del tè, aveva spiccato per inventiva, recuperando il guscio di una tartaruga dai resti del suo ultimo pasto. Sul momento gli osservatori avevano sottovalutato il problema, ma il giorno dopo era già troppo tardi. Il coccodrillo aveva raccolto quattro pietre colorate, le aveva smussate col martello e poi le aveva infilate nei quattro incavi del guscio. Nel giro di mezz'ora tutti i coccodrilli avevano imparato il "turtle-game": si scommette su uno dei quattro colori, poi si afferra il guscio tra le mascelle lanciandolo per aria. Quando il guscio di tartaruga smette di roteare, i coccodrilli che si trovano nella direzione indicata dalla pietra su cui hanno scommesso vincono la posta in gioco. Si potrebbe definire una variante del "gioco della bottiglia", con la differenza che tipicamente il premio consisteva in una dozzina di ranocchi, anziché un bacio. Il gioco aveva immediatamente conquistato tutti i coccodrilli, che avevano iniziato a "svuotare" gusci di tartaruga senza nemmeno cibarsi, ossessionati dal desiderio di giocare.
Tutti gli esemplari del progetto Adam-15 erano morti di sete in pochi giorni.
Nella sala piombò il silenzio. Il capo dell'equipe era entrato con passo spedito, diretto verso la cattedra.
"Signori" - disse rivolto al pubblico - "Spero che riusciremo a iniziare la seconda parte della riunione senza altri disordini".
Tutti annuirono tristemente. La situazione non lasciava più spazio ai conflitti personali: la comunità scientifica doveva unire le proprie forze e sconfiggere la quadricromia. Vent'anni di insuccessi iniziavano a pesare sull'opinione pubblica.
Per circa un'ora i presenti dibatterono a lungo sul tema. Dichiarare fallito il progetto? Tornare sui propri passi? Tentare con un Adam-18? Ma cambiando cosa?
"Se permettete" - disse Richard alzandosi in piedi, sollevando il fascicolo che teneva in mano - "Io vorrei portare l'attenzione del congresso sulla mia proposta. Il progetto virtuale che ho lanciato tre anni fa. Ho qui i primi risultati e ...."
"Signor Thompson" - rispose l'uomo sulla cattedra, gonfiando il petto -"Ne abbiamo già discusso l'ultima volta, ricorda? La miniaturizzazione non risolve il problema, come dimostrano i casi Adam-14 e sedici".
I presenti seguirono lo sguardo del capo dell'equipe scientifica. Su una parete si trovavano due piccoli quadri, sui quali si poteva notare a malapena un puntino nero al centro.
"Ma io non parlo di colonie di batteri, e nemmeno di plasma condensato. Io parlo del buon, caro, vecchio software".
Qualcuno ridacchiò in fondo alla sala.
"Ah sì, ricordo. La comunità di applicativi I.A. Il pianeta terra virtuale distribuito su oltre quaranta servers. Non mi dirà che sta ancora lavorando a quel progetto?".
"Certamente signore, e con ottimi risultati. La popolazione virtuale ha superato da tempo il miliardo di abitanti, abbiamo quasi saturato la capacità delle memorie rigide."
"E ci dica, signor Thompson" - l'uomo sulla cattedra si chinò leggermente in avanti, sogghignando appena - "Per quando è prevista l'Apocalisse, nel suo mondo virtuale? Lei ha velleità divine, per caso?".
Una risata generale echeggiò nella sala, senza intaccare la sicurezza di Richard.
"Niente del genere, signore, ma il rischio di un Apocalisse è davvero concreto. La settimana scorsa, anche le mie creature hanno scoperto la quadricromia."
Nessuno osò parlare. L'unico rumore era il ronzio delle lampade che illuminavano le teche sulle pareti.
"Rischio? Scoperto la quadricromia? " - la voce dello scienziato era carica di sarcasmo, ma il dubbio era celato tra le rughe del volto, mescolato allo stupore.
"Lei vorrà forse dire fallimento, non rischio. Se anche il suo progetto è sensibile alla quadricromia, a quest'ora staranno già morendo di fame. Esatto?".
Richard guardò il centinaio di volti che pendevano dalle sue labbra. Il momento era arrivato. Aprì con calma professionale il fascicolo che teneva in mano e mostrò a tutti un diagramma.
"Giusto. Ma io ho trovato il modo di evitare la quadricromia".

* * *

"Può ripetere, per cortesia?".
Jonathan guardò il dirigente tradendo una lieve compassione. Aveva già mostrato i risultati delle nuove ricerche di marketing cromatico e addirittura citato la definizione completa di quadri-logic, quella classica:

Secondo la teoria psicocognitiva della quadri-logic, gli esseri umani sono dotati di un unico istinto estetico, dal quale ha origine qualsiasi soddisfazione. Questo meccanismo innato riconosce, come massima gratificazione di un risultato, un successo positivo quando le probabilità di vincere sono una su quattro. Questo anche se gli eventi sono del tutto casuali e fuori controllo.

Ma nessuno dei presenti aveva capito. Jonathan pensò bene di rispolverare il vecchio modello del corso di Marketing & Statistica.
"Facciamo un esempio" - disse estraendo un pennarello dal taschino. "Consideriamo uno stereotipo di donna ipotetica che desidera sposarsi".
Una delle direttrici lo guardò torvo, ma Jonathan rispose prontamente - "Ipotetica. Un modello di donna teorica, utile solo come astrazione logica".
Si voltò verso la lavagna e disegnò un quadrato.


 Innamorata  Non innamorata 
 Ricco Ottimo!Così così ...
 Non ricco Così così ...Pessimo!

"E' il classico esempio universitario" - spiegò indicando il quadrante in altro a sinistra col pennarello - "Tra le quattro combinazioni possibili la più gratificante è quella di sposare un uomo ricco, di cui si è anche innamorati. Le altre combinazioni sono meno gratificanti: amore in povertà fa dubitare, ricchezza senza amore mette in crisi, poveri e infelici non è il traguardo di nessuno. In altre parole, si parla di scelta o dilemma ogni qualvolta ci si trova davanti a due variabili. Infatti una solo variabile non può creare problemi".
I dirigenti lo guardarono dubbiosi. Nello loro menti passavano pensieri del tipo: se non conosco l'andamento della borsa di domani, è un dilemma? Ma Jonathan non lasciò loro il tempo di perdersi in domande inutili.
"Il problema non è scegliere tra ricco o povero. Così come non vi è dubbio alcuno sul fatto che sia meglio sposare un uomo di cui si è innamorati. Il dilemma nasce quando le variabili sono due e quindi si creano quattro possibilità."
"Ah! Credo di aver capito. È il concetto che hanno applicato per la campagna elettorale del presidente. Il principio di gratificazione delle forme."
Jonathan guardò soddisfatto l'anziana dirigente seduta nell'angolo. Aveva il volto arcigno e severo come gli altri, ma i suoi occhi brillavano di lucidità.
"Esatto signora, ottima citazione. Quello fu senz'altro un caso clamoroso, ciò interessa a noi è che altre aziende stanno già compiendo esperimenti nel settore. Ma fortunatamente nessuno di loro ha ancora applicato ..."
Trattenne il fiato. L'aria intorno a lui vacillò un instante, friggendo. L'eccitazione lo stava consumando, sentiva le mani tremare rapidissime. I dirigenti erano stati sedotti dalla sua intuizione. Adesso restava solo da osare.
"Applicato cosa, Jonathan?" - chiese con devozione religiosa il direttore.
"La quadri-logic, signore. Nessuno ha mai tentato. Nessuno ha mai provato ad applicare la base della teoria del marketing al marketing medesimo. Io intendo farlo violentemente".
Con queste parole premette un tasto sul proiettore: tutti rimasero incantati a fissare la diapositiva sullo schermo.
Il direttore guardò Jonathan dritto negli occhi, poi afferrò la cornetta del telefono alzandola in aria. Rimase lì fermo, per un attimo, gettando una rapida occhiata di intesa ai colleghi, prima di parlare.
"Signorina? Annulli tutti i miei appuntamenti di oggi. E faccia convocare subito il team dei tecnici. Bene, Jonathan" - disse appoggiando la cornetta -" Credo di aver capito cos'hai in mente. Mettiti comodo che io vado a prenderti un caffè. Poi avrai tutto il tempo per illustrarci a fondo i dettagli della tua idea".

* * *

"Vediamo se ho ben compreso" - intervenne uno scienziato alzando la mano
Su invito del congresso Richard era salito sul palco, affianco alla cattedra, con tanto di microfono.
"Nel paradigma del suo mondo virtuale" - continuò lo scienziato -"Siete riusciti a definire la quadricromia come un virus informatico. Poi è stato sufficiente installare l'adeguato, hem, diciamo anti-virus, per debellare il problema".
Richard evitò di soffermarsi sull'espressione di scherno dell'anziano scienziato.
"Purtroppo non debellare ma solo arginare" - rispose - "Per adesso il virus Quadricrom.worm è stato messo in quarantena. Ma il problema potrebbe essere risolto in maniera definitiva con un po' di lavoro. Credo che una squadra di trenta programmatori, nel giro di un mese ..."
"Trenta programmatori? Ma dove crede di trovarli? Qui disponiamo di un centinaio di tecnici, non più. E la maggior parte di loro è impegnata a tempo pieno per il progetto Adam. Non possiamo permetterci di sospendere i lavori per un mese".
"Ma io non ho mai detto di sospendere il progetto Adam" - la voce di Richard era quasi sibilante - "Ho chiesto direttamente la direzione del progetto, ovvero il riconoscimento ufficiale del mio lavoro come Adam-18. Compresa ovviamente la paternità della scoperta."
Gli scienziati iniziarono a guardarsi tra loro imbarazzati. Nessuno osava più ridere delle affermazioni di Richard, avevano visto i filmati scaricati dai calcolatori del progetto virtuale, o Terra Bis, come l'aveva battezzato Richard. La comunità di programmi senzienti funzionava a meraviglia. Non era un esempio di vita su base organica, ma era pur sempre una comunità di creature pensanti. Bastava sostituire il carbonio col silicio.
Richard aveva mostrato dati che non lasciavano dubbi. Il mondo virtuale da lui creato presentava gli stessi problemi del progetto Adam, gli abitanti virtuali di Terra Bis, ciascuno una piccola intelligenza artificiale indipendente, avevano subito il fascino di una forma lieve di quadricromia. Fortunatamente il team di Richard aveva installato nel simulatore un software di monitoraggio, il cui scopo era quello di segnalare eventuali sintomi di quadricromia.
La documentazione di Richard era ineccepibile. Tutti i presenti avevano compreso l'importanza della sequenzialità della scoperta: prima era stata segnalata la quadricromia in quanto comportamento, solo dopo era stata formulata l'ipotesi del virus.
Così adesso era là, inquadrato e imprigionato da un modello scientifico. Il codice eseguibile del virus Quadricrom.worm era apparso sullo schermo, una sequenza di numeri esadecimali che i presenti avevano contemplato estasiati. Tutti avevano compreso l'importanza della scoperta. Richard aveva creato un modello che permetteva di classificare la quadricromia in un linguaggio familiare. Questo avrebbe permesso di comprendere l'essenza stessa della quadricromia e quindi di sconfiggerla. Allora il progetto Adam avrebbe raggiunto il suo fine: l'uomo sarebbe stato in grado di creare la vita intelligente.
"Credo che il congresso approvi gran parte delle sue richieste, professor Thompson" - affermò solennemente il capo dell'equipe scientifica - "Quindi accetto il suo progetto Terra Bis come primo candidato per la prossima selezione dell'Adam-18".
La frase fu seguita da uno scroscio di applausi. Richard sentì il cuore gonfiarsi d'emozione e trattenne a fatica una lacrima di gioia.
"Ma sia ben chiaro" - ribadì l'uomo sulla cattedra, indicando Richard col dito - "Se Terra Bis fosse scelto per il progetto Adam-18, ciò sarà unicamente allo scopo di comprendere la quadricromia e sconfiggerla. Questi risultati serviranno per progettare una nuova creatura intelligente, ma non virtuale. Quindi sarà il progetto Adam-19 a passare alla storia come primo caso di vita artificiale intelligente".
Richard sorrise divertito, lasciando pensare a tutti che sorridesse per gratitudine. Invece sorrideva perché aveva già vinto, ma loro non lo avevano sapevano ancora. Il suo progetto Adam-18 era destinato ad essere il primo successo del congresso.
Non ci sarebbe mai stato bisogno di un numero diciannove.

* * *

La sala riunioni della New Mobile Inc. era affollata di tecnici. Persone semplici, armate di cacciaviti nel taschino e block-notes nella mano destra. Guardavano la diapositiva di Jonathan e fingevano di prendere appunti, ridacchiando divertiti. Avevano appena assistito all'ennesima disquisizione sui principi del marketing, inquinata da numerose diatribe mirate a stabilire le strategie aziendali. Spesso i dirigenti parlano solo per riempirsi la bocca.
"Allora siamo d'accordo" - pronunciò il direttore indicando lo schermo - "L'analisi di mercato sembra confermare la teoria del signor Flecher, perciò adotteremo un sistema a quattro tacche. Per quando sarà pronto il primo prototipo?" - chiese voltandosi verso il capo dei tecnici.
"Beh, una settimana, forse due, si tratta di una modifica minima. Sarà sufficiente riprogrammare il display".
"Bene. Se non ci sono altre domande la riunione è terminata."
Uno dei tecnici alzò timidamente la mano.
"Sì?" - chiese il direttore.
"Ecco, io ..."- tentennò il tecnico - "Volevo essere sicuro. Si tratta solamente di sostituire le cinque tacche dell'indicatore di campo con uno a quattro tacche? Giusto? Nient'altro?".
"Sì. Solo questo. C'è qualche problema?".
"No, no, anzi. E' che mi aspettavo una modifica più sostanziale, data l'urgenza con la quale siamo stati convocati".
Il direttore scambiò un'occhiata complice con Jonathan, respirò a fondo e si rivolse ai presenti con voce trionfante.
"Allora siamo intesi. Se ci fossero altre questioni, vi ricordo che da questo momento il signor Jonathan Flecher è ufficialmente responsabile del progetto. Siete quindi pregati di riferire immediatamente al signor Flecher qualsiasi problema".
Jonathan sorrise e strinse la mano che il direttore gli aveva offerto. Era fatta. Era a capo della squadra che avrebbe realizzato il prossimo modello, il nuovissimo telefono cellulare che, a suo parere, avrebbe conquistato il mercato mondiale nel giro di pochi mesi. I suoi problemi erano finiti.
Uscendo dalla stanza Jonathan si fermò davanti alla finestra, respirando a fondo carico di soddisfazione. Dentro di sé sapeva che sarebbe passato alla storia.

* * *

Erano passate poche settimane dal congresso, ma Richard non si era ancora abituato al nuovo incarico. Dirigere il progetto Adam-18 significava passare un terzo della giornata a litigare coi responsabili di altre ricerche, combattendo per ottenere un finanziamento del governo o i turni migliori dei laboratori. L'altro terzo della giornata era rubato dalla stampa, televisione, radio e paparazzi in cerca di notizie. Infine doveva occuparsi di rispondere alle domande dei capisquadra, firmare decine di documenti e organizzare la logistica.
Per dare un'occhiata allo stato dei lavori non restavano che il sabato e la domenica. Non era poi così male, riflettè tra sé e sé, venire in dipartimento il sabato pomeriggio. I corridoi deserti gli ricordavano i fine settimana passati in università, quando lavorava alla tesi.
Entrando nella sala controllo del progetto Adam-18 notò che qualcuno aveva tolto la targhetta dalla porta. Non fu necessario chiedere spiegazioni: uno dei programmatori stava scarabocchiando qualcosa con un pennarello, chino sulla targhetta, con le gambe sulla scrivania. Appena si accorse della presenza di Richard saltò in piedi imbarazzato.
"Cosa stai combinando?" - chiese Richard sornione. Sapeva di godere della stima dell'intera equipe, e un po' di sana goliardia faceva solo bene.
"Ecco, io ho pensato che sulla targhetta mancasse qualcosa" - rispose il programmatore mostrando la sua opera a Richard. Sotto la scritta "Progetto Adam-18" erano state aggiunte, con un pennarello indelebile, le parole "A.K.A. Terra Bis".
Richard rise divertito. Dei buoni programmatori sono sempre un po' anarchici, e iniziative simili aumentano lo spirito di gruppo. Si avvicinò al tecnico appoggiandogli una mano sulla spalla, col sorriso dipinto in volto.
"Diciamo che io non ho visto nulla, ma approvo. E' giusto non dimenticare il nome di battesimo" - i due uomini si concessero una breve risata, poi Richard riprese - "Beh, come andiamo oggi? Sono stati messi in quarantena altri virus?".
"Purtroppo sì" - sbuffò il programmatore - "Sembra quasi che da qualche parte ci sia una routine di generazione. Ogni volta attacca un'aggregazione di soggetti diversa, senza alcuna logica apparente. Inizio a pensare che il bersaglio sia davvero scelto a caso".
"Dio non gioca a dadi" - obiettò Richard guardando i diagrammi sui monitor - "Mmm, vedo che abbiamo una segnalazione circa ogni trenta minuti. A che velocità stiamo procedendo, adesso?".
"Abbiamo ridotto la scala temporale al minimo, ci è sembrato prudente. Ho impostato il rapporto trecentosessantacinque ad uno, per fare cifra tonda."
Richard fece due calcoli. A questa velocità una loro giornata corrispondeva esattamente ad un anno degli abitanti virtuali di Terra Bis. Quindi una segnalazione ogni trenta minuti significava un evento ogni due settimane, nel mondo virtuale.
"E' piuttosto frequente, non trovi? Come se ci fosse un movimento sociale ben determinato, ma altrettanto ben nascosto. Forse si tratta di una setta segreta".
I due uomini rimasero in silenzio qualche minuto, fissando le cifre colorate che danzavano sui monitor.
"A che punto sono i lavori del nuovo anti-virus?" - chiese il tecnico.
Richard si grattò il naso nervosamente. Qualcosa non andava, la situazione poteva sfuggirgli di mano da un momento all'altro.
"Purtroppo c'è stato un altro ritardo. Da quando hanno decompilato il codice del virus sono stati fatti grandi progressi, ma la strategia del virus è troppo generica, dispone di migliaia di applicazioni tra cui scegliere, innumerevoli modi di manifestarsi. E' difficile estrapolare un unico algoritmo che preveda tutti i casi possibili".
Il programmatore lo guardò affascinato - "Hanno ... hanno decompilato? E qual è il nocciolo? Qual è la definizione di quadricromia?".
Richard restò in silenzio, pensieroso.
"Sempre se posso saperlo. E' un'informazione riservata?".
"Per il momento sì, allo scopo di evitare problemi coi mass-media. Ma tu, in qualità di caposquadra, dovresti essere messo al corrente del problema. Potrebbe aiutarti a realizzare un software di monitoraggio più efficiente".
"Pendo dalle tue labbra".
"Ecco" - disse Richard - "Il virus Quadricrom.worm ha una strategia bizzarra. Distrugge la consapevolezza delle applicazioni senzienti saturando la loro capacità di scelta".
Lo sguardo del programmatore tradì una certa perplessità.
"Mi spiego meglio. Quando il virus attacca un applicativo, questo raggiunge una sorta di estasi mistica, di gratificazione estetica. Qualcosa che lo rapisce e ne distrugge la capacità senziente".
"E cosa c'entrano i files quadripolari che abbiamo individuato come sintomo?".
"Le nostre creature sono intelligenti, giusto? Bene, quando scoprono la possibilità di scegliere tra quattro eventualità, perdono in qualche modo la loro intelligenza e regrediscono allo stadio intellettivo di un cercopiteco. Dimenticano la propria consapevolezza e si lasciano incantare dal primo oggetto di stampo quadripolare. Che per noi è un semplice file. In senso metaforico si inebetiscono giocando con un dado a quattro facce, come i coccodrilli. Lo lanciano giorno e notte, convinti di raggiungere il loro obiettivo ogni volta che vincono, senza rendersi conto che è solo una questione di probabilità. Una maledetta probabilità del venticinque per cento".
Dopo un attimo di riflessione il volto del programmatore s'illuminò.
"Allora è per questo che gli altri Adam sono falliti in quel modo. Adesso capisco il pallottoliere a quattro anelli dello scimpanzé! Quindi la teoria cromatica è completamente errata, i colori non c'entrano nulla con la quadricromia. E' solamente il fattore quattro che conta".
"Esatto" - rispose Richard - "dobbiamo trovare un algoritmo capace di evitare a priori la creazione di files quadripolari. In altre parole dobbiamo scovare la routine di generazione e distruggerla".
Il ronzio dei calcolatori vibrava nell'aria mentre una cortina di gelo scese sui due uomini. La sensazione che qualcosa di orribile stesse sfuggendo loro si fece incombente, come una spada di Damocle che fino a un momento prima fosse rimasta invisibile.
"Merda!" - esclamò il programmatore accendendo un paio di monitor e afferrando una tastiera - "Dobbiamo correggere subito il software di monitoraggio. Stiamo correndo un rischio terribile!".
Richard guardò i diagrammi scorrere sugli schermi - "Cosa succede? A me sembra tutto a posto".
"Per adesso. Il problema è che, quando ho codificato il software di monitoraggio, ho usato la descrizione di file quadripolare come definizione di sintomo di quadricromia".
"Ed è corretto" - ribadì Richard - "La quadricromia si è sempre e solo manifestata a quel modo".
"Sino ad oggi" - il tecnico fissò Richard gravemente -"da quanto hai appena detto, la quadricromia distrugge un applicativo senziente fornendogli un sistema ludico a quattro possibilità. Giusto?"
"Sì, ma non capisco" - Richard sentiva che qualcosa gli sfuggiva.
"La memoria. Non ho messo alcun controllo sulle modalità di organizzazione della memoria. Un applicativo potrebbe alterare le librerie di sistema e costruire una sorta di giocattolo virtuale, qualcosa che non ha bisogno di un file per esistere nel mondo di Terra Bis".
Adesso Richard aveva capito. I files quadripolari erano solo uno dei possibili sintomi di quadricromia. Le sue creature senzienti, per quanto virtuali, erano a loro volta in grado di astrarre. Avrebbero potuto realizzare una specie di video-game, un apparecchio digitale o qualcosa del genere. Il supporto fisico dell'apparecchio sarebbe corrisposto ad un comune file nei servers di Terra Bis. Nessun file quadripolare sarebbe mai apparso, l'informazione gestita dallo strumento sarebbe rimasta annidata nella memoria. Il sistema poteva bloccarsi da un momento all'altro.
Il progetto Adam-18 rischiava di diventare il più clamoroso dei fallimenti.
"Non abbiamo tempo da perdere" - disse Richard togliendosi la giacca mentre sedeva davanti al computer - "Passami i sorgenti del software di monitoraggio. Questo sarà un lungo fine settimana. Va a chiamare gli altri programmatori. Anzi: dichiara lo stato d'allerta generale".

* * *

Jonathan guardava soddisfatto il prototipo del cellulare che aveva in mano. Lo avevano battezzato "Q.W. Plus". Non sapeva chi avesse scelto un nome simile, probabilmente le ricerche di marketing lessicale erano rimaste un po' indietro negli ultimi anni. O forse erano andate avanti troppo velocemente.
Si sentiva eccitato come un bambino. Poteva percepire chiaramente la realtà brillare attorno a lui, come se fosse un potente stregone intento a lanciare un terribile incantesimo.
Voleva godersi al massimo il momento di gloria. Sarebbe stato il primo essere vivente a osservare il risultato delle sue ricerche. Tutti i produttori di cellulari erano rimasti fermi alle "cinque tacche" per indicare il campo di massima ricezione del segnale. Ma la quadri-logic spiegava che la base quattro rappresentava la massima gratificazione.
Si concentrò, calandosi nel ruolo del consumatore tipico, ripetendo mentalmente - "Facciamo finta di voler telefonare alla donna che amo. Sono eccitato, nervoso, voglio accendere il cellulare e vedere quanto campo c'è. Chissà come prende?".
Ripeté il mantra due o tre volte, per convincersi, poi respirò a fondo e premette il pulsante d'accensione. Il display s'illuminò di luce azzurrina, accompagnato da un simpatico "beep". Dopo qualche secondo apparve l'icona dell'antenna, seguita da una ... due ... tre ... et voilà! Quattro tacche! Campo massimo! Vittoria!
"Rifacciamolo" - mormorò Jonathan stringendo il cellulare tra le mani come un trofeo.
Era davvero passato alla storia. La gigantografia di lui immobile, col cellulare tra le mani, sarebbe rimasta esposta per decenni nella grande sala del congresso. L'umanità lo avrebbe ricordato come Adam-18, il primo caso di quadricromia virtuale.