Bandiera inglese Bandiera italiana

Il modello unitario della società gaussiana

PAGINA IN COSTRUZIONE

Premesse

Questa pagina riprende la discussione sulla visione della società suggerita dalla metafisica della Qualità.
Nel modello di Pirsig i valori sociali sono generati da due tipi di forze: il comportamento degli esseri umani, che definiscono gli epifenomeni del livello superiore (modello di campo) e l'azione della società su se stessa, sulla quale abbiamo poco controllo (modello sistemico). Nel modello di Pirsig tali modelli non sono esclusivi ma complementari, come suggerito dall'analisi degli schemi statici di livello inferiore (fisici, chimici o biologici).
Discutendo poi alcune delle applicazioni pratiche della metafisica della Qualità abbiamo visto come un modo per cambiare la società sia cambiare il nostro comportamento, mettendo in atto un mutamento sociale capace di far evolvere la struttura "genetica" dell'aggregato società.

Nella tesi intelletto e società abbiamo invece visto come, per mezzo del meccanismo dell'autoinganno, la società umana abbia natura contradditoria, ovvero i valori moralmente accettati (come comportamento) sono spesso moralmente criticati (a parole). Il modello suggerisce l'esistenza di due morali, una sociale e una intellettuale, quasi sempre in constrasto tra loro, sulla falsariga del contrasto esistente tra componente emotiva e componente razionale nel cervello umano. Nella pagina dedicata alle contraddizioni sociali abbiamo visto come l'unico migliore di risolvere tale conflitto sia quello di mettere in discussione noi stessi, giorno dopo giorno, smettendo di indignarci e/o accusare coloro che si comportano peggio di noi. In questa pagina presentiamo un modello matematico che permette di descrivere la distribuzione eterogena dei valori morali all'interno della società umana, in modo da permettere la validazione scientifica dell'intera teoria.

Approccio alla questione

In tutti i casi di lotta sociale vi sono gruppi responsabili di un certo comportamento (considerato moralmente corretto all'interno del gruppo) che si prodigano per cambiare il comportamento degli avversari (che reputano moralmente sbagliato). Tali situazioni conducono al mutamento sociale solitamente per mezzo della legge del più forte, per cui i gruppi sociali che riescono ad imporre la propria morale esercitano il cambiamento facendo violenza (fisica, psicologica o solamente morale) sui gruppi avversari.

Esempio: consideriamo la pratica della caccia agli animali selvatici: esso è un comportamento moralmente corretto secondo i cacciatori, mentre è moralmente scorretto secondo gli ambientalisti. Nei termini del modello di Pirsig ciò significa che la caccia è un valore morale dell'aggregato "cacciatori" nello schema statico società, poiché all'interno di tale aggregato esso ha la massima Qualità Statica possibile. Al contrario, la caccia è un valore immorale nell'aggregato "ambientalisti", poiché è completamente assente e quindi ha Qualità Statica pari a zero. Comunque venga risolta la questione, vi saranno sempre degli sconfitti. In questo caso potrebbero essere dei cacciatori arrabbiati perché la caccia diventa illegale, o degli ambientalisti arrabbiati perché la caccia continua ad essere permessa.

Il nostro modello non si occupa dei conflitti morali di questo tipo, che sono oggetto della politica, dell'antropologia e della sociologia. Vogliamo invece proporre un modello matematico in grado di descrivere i contrasti tra valori sociali e valori intellettuali condivisi dall'intera società (o quasi), come discusso nella pagina sulle contraddizioni sociali.

Modello matematico

Definiamo coefficiente morale di una persona, abbreviato Cm, il numero reale compreso tra 0 ed 1 che descrive la percentuale di adesione ad un certo comportamento, da parte di quella persona, rispetto al numero di occasioni che si sono presentate di metterlo in atto (in modo esplicito) durante l'intervallo di tempo considerato (tipicamente un anno).

Cm = Na / No

Na sono il numero di azioni effettuate, mentre No sono il numero di occasioni di cui il soggetto si è reso conto, ovvero il numero di volte che ha dovuto operare una scelta tra due comportamenti antitetici (uno conforme con la morale in esame, l'altro no). E' importante precisare che il fattore No è misurato in base agli effetti del comportamento, quindi in alcuni casi non rappresenta il numero di occorrenze, ma la quantificazione dei loro effetti. Ad esempio, se stiamo valutando il comportamento "tradire la moglie", il fattore No indica effettivamente il numero di volte che il marito ha dovuto scegliere tra fedeltà e tradimento. Se stiamo invece valutando il comportamento "produrre ozono", il fattore No indica il numero di chili di ozono che la persona ha avuto l'occasione di rilasciare nell'atmosfera.
Avremo quindi una misura di coefficiente morale per ogni persona della popolazione, e un coefficiente morale per ogni possibile valore morale all'interno della società in esame.

La definizione si applica a tutte le morali possibili, anche se in alcuni casi è operativamente difficile effettuare la misura. Ad esempio, è facile stimare il coefficiente morale relativo all'evasione fiscale sull'intera società, mentre è difficile stimare il numero di volte che un cittadino medio evade il fisco, rispetto al numero di volte che ha l'occasione di farlo. La difficoltà della misura operativa non rappresenta un problema, perché di seguito introduciamo un principio teorico che ci permetterà di calcolare la distribuzione di Cm a partire dai suoi valori di sintesi. E' comunque necessario aver definito in termini rigorosi la variabile Cm, perché ciò permette di condurre esperimenti all'interno di piccoli gruppi sociale allo scopo di verificare la teoria.

Assuciamo adesso, come principio teorico, che la distribuzione di un qualsiasi comportamento all'interno di una società sia distribuito con legge normale, ovvero:

Principio di normalità sociale: dato un qualsiasi comportamento, il coefficiente morale delle persone che costituiscono la società in cui tale comportamento viene praticato è distribuito con legge gaussiana. La distribuzione ha per valore centrale μ il tasso medio di comportamento sull'intera società, e σ tale che:

0 = μ - 3⋅σ       oppure       μ + 3⋅σ = 1

Esempi numerici

Applichiamo il modello ad alcuni comportamenti, in modo da valutare la consistenza del modello. In questa sede ci interessa verificare la bontà del modello almeno nella stima degli ordini di grandezza dei fenomeni considerati. Per una validazione formale della teoria è necessario procedere con esperimenti scientifici, su campioni della popolazione, cosa che demandiamo alle organizzazioni accademiche predisposte.

Evasione fiscale

I dati recenti sull'evasione fiscale forniscono un tasso di reddito imponibile non dichiarato, in Italia, pari a circa il 50%, come riportato sia da Fisco e Tributi che da Business Online. In virtù del principio di normalità sociale otteniamo quindi la seguente distribuzione.

Distribuzione gaussiana

Da questa distribuzione si ottiene che le persone che evadono il fisco meno del 10% delle volte sono circa lo 0.9% dell'intera popolazione, che su una popolazione di contribuenti pari a circa 40 milioni di persone corrisponde a circa 360.000 individui.

Assenteismo

Vedasi assenteismo.
Da ripetere il ragionamento con il modello gaussiano, per confrontare i risultati.

Conclusioni

Il mutamento sociale può avvenire se una qualsiasi componente della società si applica per cambiare il proprio comportamento. Non è necessario che a migliorare se stessi siano i più corrotti o più onesti. Basta che un gruppo o una classe sociale inizi ad aumentare o diminuire il valor medio del proprio coefficiente morale, in modo da distaccare un gruppo dalla gaussiana complessiva della società. Successivamente la società si sposterà nella direzione della nuova tendenza per recuperare la forma normale iniziale, ma con un nuovo valore centrale.
L'unica accortezza, secondo questo modello, è che il nuovo gruppo non si distacchi completamente dal resto delle società. Il coefficiente morale del nuovo gruppo non dovrebbe superare il al valore μ ± 3⋅σ, altrimenti si produrrà una nuova società, separata dalla precedente. Questa potrebbe essere la spiegazione dell'esistenza di realtà sociali non integrate in quella italiana, come ad esempio comunità religiose, gruppi etnici, nomadi ecc. In generale ciò potrebbe valere per tutte le persone o gruppi sociali si applicano per diffondere una nuova morale, quando il loro comportamento si distacca troppo dalla norma, quindi si perde la capacità di "trascinare" il resto della società verso il mutamento e si finisce col separarsi dalla massa. Casi estremi di questo tipo potrebbero essere i barboni, i malati di mente, gli eremeti e tutti coloro che vivono ai margini della società.
Ne segue che per ottenere un mutamento sociale efficace occorrono delle persone che facciano da apripista, e che svolgano tale ruolo cercando di non perdere il contatto con la società, altrimenti si rischia che il nuovo gruppo produca un'isola a parte, separata dal resto della società.

PAGINA IN COSTRUZIONE

Argomenti correlati