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Intelletto e società

Introduzione

Nel discutere la metafisica della Qualità introdotta da Pirsig abbiamo visto come l'intero universo possa essere osservato sulla base di una gerarchia di schemi statici e come, in virtù di tale suddivisione le regole sociali possano essere descritte nei termini della natura umana, mediante il concetto di epifenomeno.
Nel suo libro Pirsig definisce gli schemi intellettuali come il livello superiore alla società umana, come se essi fossero il prodotto di un epifenomeno avente come elementi base le singole società esistenti. A nostro parere questa tesi è interessante, in parte valida, ma inconsistente col modello degli schemi statici e la relativa gerarchia di livelli.
Pirsig parla infatti di salto di livello tra uno schema e l'altro quando il nuovo schema, di ordine superiore, è ottenuto usando come "mattoncini elementari" gli schemi statici del livello inferiore. Le molecole sono schemi formati usando gli schemi atomici, le cellule sono schemi costituiti usando come elementi base gli schemi molecolari, e così via.
A nostro parere, se dobbiamo considerare lo schema ottenibile usando come "mattoncini elementari" le società esistenti, si potrebbe ottenere un macro schema chiamato "razza umana", "pianeta terra" o "super-io collettivo", che sicuramente avrà a che fare con gli schemi intellettuali, ma non ci sembra coincidere con gli schemi intellettuali.
In questa discussione tentiamo perciò di completare la metafisica della Qualità con un approccio diverso da quello di Pirsig, sfruttando la natura bivalente della mente umana, a nostro parere capace di produrre due tipi di epifenomeni molto diversi tra loro: quelli sociali e quelli intellettuali.

Autoinganno

Carl Jung In psicologia è ben nota la capacità dell'essere umano di mentire a se stesso.
A tal proposito Yung parlava del "cestino interiore", indicando quella parte della mente destinata a conservare i pensieri che rifiutiamo di accettare, o che preferiamo nascondere a noi stessi, quasi sempre senza rendercene conto.
Il meccanismo dell'autoinganno opera principalmente in due modi: in primo luogo esso inventa spiegazioni rassicuranti sul proprio comportamento o sul comportamento altrui, probabilmente al fine di mantenere alta l'autostima, ridurre la paura e percepire il mondo in maniera positiva. Da un punto di vista tale meccanismo potrebbe essere visto come un effetto dell'istinto di conservazione, una specie di forza opposta ai principi del cinismo, che invece tende a vedere ogni cosa per quello che è realmente.
In secondo luogo il meccanismo dell'autoinganno nasconde alcuni aspetti della realtà che sono invece evidenti per gli osservatori esterni. E' questo il caso del fumatore che dice "posso smettere quando voglio" o della madre iperprotettiva che limita la libertà dei figli dicendosi di "agire per il loro bene".
Tutti noi esseri umani, chi più chi meno, siamo succubi del meccanismo dell'inganno. Affermare di non mentire inconsciamente o di
conoscere se stessi è uno dei più pericolosi e diffusi effetti del meccanismo dell'autoinganno. Se fossimo davvero liberi dal meccanismo dell'autoinganno vivremmo in una sorta di beatitudine perenne: sapremmo sempre cosa vogliamo, sapremmo sempre cosa ci turba, nulla ci farebbe arrabbiare e soprattutto nulla potrebbe mai deluderci.

Ogni delusione è infatti figlia di un'illusione: se le persone ci deludono è solamente perché nella nostra testa ci siamo creati un'immagine diversa della persona, per mezzo del meccanismo dell'autoinganno. La persona reale non ha alcuna colpa per essere diversa da ciò che avevamo in mente. Lo stesso dicasi per la corruzione, le istituzioni, la delinquenza e le religioni: ogni volta che una di esse ci delude, significa che avevamo creato un'aspettativa illusoria della realtà esterna, nella maggiar parte dei casi senza rendercene conto.

La rana e lo scorpione Esempio: una relazione amorosa termina a causa di un tradimento. La vittima, nella grande maggioranza dei casi, reagirà sviluppando odio nei confronti di chi ha tradito, ingannando se stessa per non accettare che il dolore è in realtà dovuto alla rabbia verso se stessa. Se scegliamo di amare una persona potenzialmente infedele, e vogliamo convincerci con tutte le nostre forze che la persona amata ci sarà fedele, siamo responsabili di creare quest'immagine illusoria della persona amata (l'altra persona sarà responsabile solo se si rende conto che la nostra immagine è distorta, e approffita della nostra illusione). In altre parole, se la persona da noi amata avesse un rapporto sessuale con un'altra persona, a nostra insaputa, significa che questo comportamento farebbe parte della sua natura. Non ci sarebbe alcun voltafaccia, né cambiamento, un po' come nella famoso storiella della rana e dello scorpione. E' vero piuttosto che la nostra scelta amorosa e la nostra capacità di valutare il prossimo si sono mostrate inadeguate, poiché abbiamo costruito un'immagine delle persona amata diversa da quella che si è rivelata essere.

Ciò spiega come il meccanismo dell'autoinganno sia un meccanismo utile e necessario, che permette agli esseri umani di sopravvivere alla delusioni, dirigendo la colpa sugli altri anziché noi stessi. Smontare tale meccanismo è altamente pericoloso, poiché rischia di condurre una persona verso l'autocommiserazione, la depressione e il vittimismo cronico.

Un altro modo di dirlo è che l'uomo è la sintesi di cinismo e poesia: il cinismo ci fa vedere le cose come stanno, sviluppando consapevolezza ma ostacolando la felicità, mentre la poesia ci fa guardare al mondo in modo suggestivo e idealizzando, allontanandoci dalla realtà per vivere attimi di vera gioia. Il concetto è già stato espresso in molti modi diversi: non è possibile essere consapevoli e felici (detto popolare), ti auguro di vedere ogni cosa per quello che è veramente (maledizione cinese) oppure che il cervello mente in nome della felicità (aforisma del sottoscritto).

Le due morali

Il cervello umano è governato dalle stesse leggi che regolano il cervello animale. Ad ogni emozione corrisponde la contrazione o il rilassamento dei muscoli facciali, l'attivazione di alcune ghiandole, l'alterazione della concentrazione di qualche enzima, ormone o molecola particolare, come ad esempio l'adrenalina. Siamo caratterizzati da istinti, paure, stati di meraviglia, amore e odio, esattamente come gli altri mammiferi. Puntualizziamo tale affermazione precisando che stiamo parlando di emozioni, dal punto di vista psicologico e biologico, e non di sentimenti dal punto di vista filosofico o spirituale.

L'uomo come essere vivente Considerando il modello di Pirsig, possiamo immaginare uno schema biologico "uomo-animale", ovvero una creatura antropomorfa priva di coscienza, regolata solamente dalle leggi del mondo animale. Ipotizziamo in altre parole l'esistenza fittizia di un animale fisicamente identico all'uomo, ma caratterizzato da un comportamento simile a quello della scimmia.
La nostra ipotesi è che tale aggregato di
schemi statici biologici dia luogo ad un aggregato di livello superiore, regolato dagli epifenomeni prodotti dal comportamento di queste creature fittizie, che noi faremo coincidere con lo schema statico associato alla società animale, che per brevità chiameremo anche schema sociale.

L'uomo come essere pensante Consideriamo poi un'altra creatura fittizia: lo schema biologico "uomo mentale", associato ad una creatura del tutto simile all'essere umano, ma completamente priva di emozioni, o per lo meno capace di controllarle pienamente (e quindi di esserne sempre consapevole).
Esemplicando, tale "uomo mentale" potrebbe avere un corpo meccanico ed essere dotato di un'intelligenza artificiale (i fan di Star Trek potrebbero pensare ai Vulcaniani). Tale schema statico darà origine ad uno schema di livello superiore, regolato dagli epifenomeni prodotti dall'insieme dei comportamenti dei singoli "esseri pensanti": chiameremo questo schema di livello superiore la società mentale o schema intellettuale.

Anche se completamente fittizie, tali creature ci aiutano a formulare la seguente tesi:

L'intelletto degli esseri umani può essere considerato costituiti da due schemi statici diversi: lo schema puramente biologico (il cervello) e lo schema puramente intellettuale (la mente). La sintesi di tali schemi nella stessa entità (l'uomo) produce l'essere umano come lo conosciamo. Tali schemi interagiscono tra loro influenzandosi reciprocamente, ma in virtù del meccanismo dell'autoinganno la mente umana NON può essere completamente cosciente di tale interazione, né tantomeno accorgersi delle eventuali differenze comportamentali e/o attitudinali tra i due schemi.
Tale comportamento bivalente genera quindi due macro schemi di livello superiore distinti tra loro, e regolati da leggi diverse in quanto derivate da epifenomeni diversi. I due schemi di livello superiore possono essere pensati come la società animale (i valori morali) e la società mentale (i valori intellettuali).
Poiché l'essere umano è sintesi di cervello e mente, anche la società umana risultante sarà la sintesi della società animale e della società intellettuale.

I valori della società animale saranno quindi gli epifenomeni ottenuti dal comportamento degli esseri umani in quanto esseri animali. Abbiamo così la pulsione del branco, il bisogno di socializzare, il bisogno di conformarsi, il comportamento della folla, la paura e la derisione del diverso, i tabù, le tradizioni, le mode, gli usi e i costumi.
Tali valori possono essere pensati, in sintesi, come la cultura o la morale animale della società.

Diagramma degli schemi statici

I valori della società mentale sono invece gli epifenomeni che si ottengono dal comportamento degli esseri umani in quanto esseri pensanti, distaccati (per azione del meccanismo dell'autoinganno) dalle pulsioni animali che vogliono negare, e spinti contemporaneamente dagli ideali che riescono ad inventare. Abbiamo così le leggi, la burocrazia, la scienza, il linguaggio, le ideologie politiche, la filosofia, la morale pubblica e i precetti religiosi.
Tali valori possono essere pensati, in sintesi, come gli ideali o la morale intellettuale della società.

Il fatto di aver separato in due categorie la morale della società non implica che le due morali siano opposte né complementari, anzi: molto spesso valori animali e valori intellettuali coincidono, come ad esempio nel caso dell'adulterio, che viene condannato sia dalla morale animale (come epifenomeno della paura e dell'invidia repressa) e sia dalla morale intellettuale (come epifenomeno del concetto ideale di fedeltà). Altre volte invece le due morali divergono, e da questo conflitto hanno origine la maggior parte delle contraddizioni esistenti nella società umana.
Per chiarire il concetto nei prossimi paragrafi forniremo alcuni esempi, cercando di identificare e descrivere tutti gli schemi statici coinvolti nella produzione dei diversi epifenomeni.

Lo schema umano

Affermare che la schema statico "società umana" sia costituito dall'insieme di altri due schemi non significa affatto che sia possibile separare i due schemi e osservarli l'uno indipendentemente dall'altro. Un esempio potrebbe essere quello dell'acqua, che è costituita da atomi di idrogeno e atomi di ossigeno. Affermare che l'acqua è l'unione di idrogeno e ossigeno è molto utile per capirne alcune proprietà, fornisce un modello funzionale e permette di spiegare quasi interamente il comportamento della molecola acqua. Non è invece possibile studiare una massa d'acqua dove idrogeno e ossigeno siano separati e disgiunti, perché se ciò avvenisse, l'oggetto del nostro studio non sarebbe più l'acqua.
Allo stesso modo, non è possibile immaginare una società umana dove sia possibile individuare gruppi sociali più "animali" o più "intellettuali", perché se ciò avvenisse, non staremmo osservando degli esseri umani. La società umana sarà sempre l'insieme dei due schemi, perché ogni persona è l'unione di uno schema biologico e uno schema intellettuale, un po' come ogni molecola d'acqua è l'insieme di due atomi.

Uomo animale e uomo mentale La difficoltà maggiore, quando cerchiamo di distinguere gli schemi mentali dagli schemi biologici, sta nella costante interazione tra i due schemi. Lo schema biologico di una persona influenza chiaramente il suo modo di pensare, e quindi i suoi valori intellettuali, così come gli schemi intellettuali sono in grado di suscitare emozioni e reazioni biologiche.
Esempio: molte persone giustificano la necessità di recintare la proprio casa, chiudere a chiave la macchina e tenere lontano le persone sconosciute in virtù di leggi, ideali o principi, a volte senza rendersi conto che tali valori intellettuali sono semplicemente la razionalizzazione dell'istinto animale di marcare e difendere il territorio.
L'esempio opposto, ovvero l'influenza dello schema mentale sullo schema biologico, si manifesta tipicamente in occasione degli eventi sportivi. Chi non conosce il contesto non prova alcuna emozione particolare, ma assistente all'evento vedendolo per quello che è: un gruppo di persone intente a compiere gesti ridicoli e senza senso. Chi invece conosce il contesto, ovvero le regole dello sport, la situazione del campionato, la storia delle squadre e dei giocatori, reagirà all'evento sportivo imprecando, urlando, arrabbiandosi ed esultando di gioia, provando emozioni autentiche.

Qualsiasi sia la causa effettiva di uno schema biologico o mentale, una volta acquisito, il nuovo diventa indipendente dalla causa originaria. Perciò, una volta razionalizzata un'emozione e prodotto lo schema intellettuale equivalente, lo schema intellettuale sarà praticamenet indistinguibile dagli altri schemi mentali (che in generale sono generati da un ragionamento "puro", ovvero creato dall'inferenza di schemi già esistenti per opera dell'intelligenza astratta).
Analogamente, una volta assimilato un contesto mentale, le emozioni che nascono in seguito alla percezione mentale di un evento hanno carattere totalmente biologico, e sono praticamente indistinguibili dalle emozioni di origine animale.

Applicazioni della teoria

Materialismo e consumismo

Indiano americano Alla luce del modello sopra esposto, il bisogno di esercitare il possesso su alcuni oggetti, ovvero la brama di aumentare le nostre proprietà e ribadire che alcune cose appartengono a noi anziché ad altri, è un valore animale (o sociale) che si manifesta come aggregato di alta Qualità in qualsiasi schema sociale formato da animali territoriali.
In altre parole, la società umana valorizza la ricchezza in quanto valore della società animale, che a sua volta è un epifenomeno dello schema animale territoriale (la tendenza a marcare il territorio). Ciò è confermato dal fatto che per la maggior parte delle società formate da individui non territoriali, come ad esempio i pellerossa o i nomadi in generale, non hanno come modello di successo sociale il possesso degli oggetti, anzi: solitamente tali società sviluppano tradizioni del genere "devi possedere solo lo stretto necessario". Per tali individui possedere troppi oggetti diventa scomodo durante i frequenti spostamenti, e conseguentemente il loro schema sociale attribuisce poco valore all'accumulazione dei beni materiali.

Bellezza interiore ed esteriore

Donna virtuale In virtù dell' istinto riproduttivo, che rende apprezzabili a livello animale le persone fisicamente attraenti, la società animale ha come valore morale la bellezza esteriore e l'apprezzamento dei vestiti. In altre parole, la bellezza esteriore è un valore morale sociale. Al contrario, per mezzo del meccanismo dell'autoinganno, quando parliamo tendiamo a sminuire l'aspetto esteriore, predicando o difendendo l'ideale della bellezza interiore, affermando che è più importante essere che apparire, che gli aspetti superficiali non sono importanti, che è meglio essere se stessi piuttosto che adeguarsi ai gusti estetici della massa. Ne segue che la bellezza interiore è un valore morale intellettuale.

Questo è un primo esempio di apparente contraddizione all'interno degli schemi sociali. La società solitamente propina il valore della bellezza interiore nelle trame dei films, nelle storie d'amore, sui banchi di scuola e in quasi tutte le famiglie.
Ma tale valore viene diffuso solamente a parole, ovvero per mezzo dell'aspetto intellettuale. Il comportamento sociale proposto è invece l'esatto contrario: cantanti e attori di successo sono quasi sempre di bell'aspetto, a scuola si viene giudicati soprattutto in base a come ci presenta, i genitori ci tengono che i figli siano sempre in ordine e ben vestiti, sul lavoro conta più l'apparenza che la produttività.

L'esempio mostra chiaramente come nella società possano coesistere valori apparentemente opposti: il valore morale animale che premia la bellezza esteriore, e il valore morale intellettuale che premia la bellezza interiore. Chi vince dei due? Entrambi, ma ognuno agisce principalmente all'interno del proprio schema statico. Quindi il successo sociale concreto si basa sulle qualità esteriori, mentre l'apprezzamento intellettuale si basa sulle qualità interiori. In altre parole:

Hanno più successo i belli (anche se criticati), ma sono più lodati i bravi (anche se brutti)

Raccomandazioni e nepotismo

Scambio di favori L'usanza delle raccomandazioni nel mondo del lavoro è un valore animale (o sociale), conseguenza dell'istinto animale della diffidenza nei confronti degli estranei, ma anche dell'istinto di difesa della prole. Questo caso rappresenta un altro esempio di apparente contraddizione all'interno della società. La società animale propone come valore morale la logica delle raccomandazioni, mentre la società intellettuale propone come valore morale la meritocrazia.

Spieghiamo meglio: la configurazione sociale "usare le raccomandazioni" è altamente difusa in ogni società, in forma ufficiale o ufficiosa, quindi è un valore morale della società animale. Al tempo stesso, in virtù del meccanismo dell'autoinganno, molte persone negano a se stesse di incoraggiare tale logica, affermando di credere nella meritocrazia. Ne segue che la configurazione sociale "usare la meritocrazia" è uno schema intellettuale ampiamente diffuso nella società mentale, quindi è un valore morale della società intellettuale.

Come nel caso della bellezza esteriore, anche questo esempio mostra che valori opposti possono coesistere su piani diversi dello schema statico "società umana". Di fatto, per quanto riguarda le pratiche adottate e i comportamenti messi in atto, la raccomandazione è un valore morale ampiamente diffuso. Al contrario, per quanto riguarda le leggi, gli insegnamenti e i principi ideali, l'uso delle raccomandazioni è una pratica immorale.

Usi, costumi e tradizioni

Tradizione o incoscienza? Le tradizioni culturali di un popolo sono forse il caso più semplice e diretto di valore animale (o sociale). Le tradizioni si tramandano proprio in virtù della capacità umana di scimmiottare il comportamento del gruppo, assumendo le abitudini per imitazione. Il processo d'apprendimento è, per molti versi, un processo di ripetizione inconsapevole degli schemi suggeriti dal gruppo sociale. L'uomo impara le tradizioni del luogo e del tempo dove vive, le ripete e le trasmette quasi sempre senza l'intervento critico degli schemi intellettuali.
Le tradizioni sono quindi l'epifenomeno a livello sociale della pulsione del branco. Si tratta di valori che vengono difesi "perché sempre stato così", "perché cosi facevano i miei nonni", "in memoria dei tempi buoni" o "perché è un'antica abitudine". Il branco si riconosce nei suoi valori collettivi, e i nuovi membri del branco devono apprendere tali valori o rischiano di venire osteggiati o allontanati.

Le tradizioni sono spesso causa di scontro o attrito, proprio perché di natura molto animale e quindi particolarmente resistenti all'azione dinamica dei valori intellettuali. Quando si fa strada una nuova idea, che propone di fare le cose in modo diverso da come tradizione comanda, lo schema sociale reagisce con la Qualità Statica, ovvero con l'ampiezza di diffusione del valore sociale (la tradizione stessa). Non importa quanto sia buona, giusta o migliore la proposta innovativa, quando una tradizione è molto diffusa diventa estremamente difficile cambiarla, anche se a livello intellettuale tutti concordano sulla sua ineguatezza.

Eroi e martiri

Martire cristiano La storia insegna che tutte le persone che hanno perseguito i valori intellettuali, ovvero hanno applicato quello che molti (a parole) reputavano giusto, in una società dove di fatto tale comportamento era poco diffuso, hanno avuto una vita difficile o sono addirittura morti per la causa. Ciò accade quando la società esprime verbalmente (o per iscritto) il suo consenso verso un certo valore dello schema mentale, ma tale comportamento non è diffuso nella società, ovvero il valore ha poca Qualità Statica nello schema sociale e quindi di fatto non è un valore animale (perché poco praticato). Chi si sacrifica ha una vita difficile, ma intanto riceve l'ammirazione di tutti, che lo stimano, l'ammirano e spesso affermano che "vorrei tanto essere come te".
La contraddizione, o l'ingiustizia, è solamente apparente, poiché anche se tutti approvano un valore a livello intellettuale, il comportamento moralmente accettato (e quindi premiato) a livello animale potrebbe essere molto diverso (alcune riflessioni sull'argomento sono disponibili qui).


Esempio: la civiltà occidentale ha come valore intellettuale la cultura scolastica. Quasi tutti vorrebbero che i propri figli andassero bene a scuola, prendessero bei voti, si laureassino con centodieci e lode. Gli stessi studenti affermano che vorrebbero essere bravi, avere più testa, passare gli esami con successo. Di fatto, però, gli studenti migliori vengono spesso emarginati a livello sociale, derisi come "secchioni" o semplicemente sfruttati per copiare durante gli esami.
Molto raramente un ragazzo brillante negli studi avrà successo sociale (basta pensare ai nerds), poiché nello schema sociale della civiltà occidentale l'intelligenza astratta e la cultura non sono valori animali: per avere successo occorre avere ben altre competenze e aspirazioni, come già spiegato più sopra.

Il senso del pudore

Senso del pudore Il senso del pudore è uno dei pochi casi in cui i valori intellettuali riescono ad imporsi sugli schemi sociali in tempi brevi. Solitamente, affinché un valore intellettuale riesca a modificare il comportamento dei singoli individui, e diventare quindi un valore sociale, è necessario aspettare almeno qualche ricambio generazionale. Il senso del pudore invece si impone facilmente all'interno della società, per un motivo molto semplice: non è possibile adottare il comportamento contrario di nascosto, perché per definizione, chi ignora il senso del pudore quando nessuno lo osserva, non sta infrangendo alcuna morale pudica. In altre parole non ha neanche senso ipotizzare che possa esistere un valore sociale contrario al pudore, perché se le persone sostenessero a parole che è giusto coprire le proprie nudità, e poi andassero in giro nudi, diventerebbe immediatamente consapevoli dell'azione del meccanismo dell'autoinganno.

L'esempio mostra come i valori intellettuali riescono ad imporsi facilmente, e diventare quindi valori sociali, là dove non è possibile adottare un comportamente diverso dagli ideali sostenuti a livello intellettuale. Il senso del pudore si presta bene anche come esempio per spiegare la differenza tra valori animali dello "schema società", e valori animali dello "schema uomo". Anche se la società adotta come comportamento morale il senso del pudore, il singolo individuo continuerà ad avvertire il bisogno animale di mettersi comodo, spogliarsi quando fa caldo, grattarsi le parti intime, mettersi le dita nel naso ecc. La morale sociale non cambia la morale dei singoli individui, ma esercita semplicemente un'azione repressiva. Le persone continuano a soddisfare i bisogni animali ma lo fanno di nascosto, lontano dal branco, nella propria intimità.
Allo stesso tempo, se denudati in pubblico, gli esseri umani provano un sincero senso di vergogna, e questo accade proprio perché il senso del pudore è un valore morale sociale, pur non essendo un valore morale biologico.

Sincerità e buone maniere

Bugiardo La psicologia dello sviluppo offre una vasta documentazione sul ruolo della menzogna nei rapporti sociali. Molte ricerche mostrano come i bambini, fino all'età di 4-5 anni, hanno grosse difficoltà nell'apprendere le cosiddette "buone maniere" proprio perché ciò implica mentire, ovvero nascondere la verità in nome della buona educazione. Per avere successo nella vita sociale, e non farsi nemici, occorre saper rifiutare gli inviti non graditi con una scusa gentile, consolare le persone sofferenti anche quando hanno torto, difendere i sani principi anche se di fatto non li mettiamo in pratica, sorridere anche a chi non ci piace, partecipare ai regali per i colleghi anche se non gli vogliamo bene. Per appartenere alla società è necessario imparare quali sono le cose si possono fare apertamente, e quali sono le cose che si possono fare a patto di non dirlo. Siamo tutti d'accordo sul fatto che non è buona usanza ammettere di masturbarsi, raccontare le malefatte, e in generale dire quello che ci passa per la testa.

In parole povere: essere sinceri non è buona educazione, ovvero la sincerità non è un valore sociale.
Eppure, al tempo stesso, la società insegna e predica continuamente il valore della sincerità, e condanna apertamente l'ipocrisia, l'ingano e la menzogna in genere, per cui la sincerità è un valore intellettuale. Questa è forse la contraddizione sociale più marcata, più forte e più difficile da ammettere, poiché riflette la causa stessa della contraddizione, ovvero il meccanismo dell' autoinganno. In altre parole, poiché gli esseri umani mentono normalmente a se stessi, senza saperlo, è del tutto naturale che la menzogna per eccellenza sia proprio la convinzione di essere persone sincere. Il concetto può essere espresso in modo sintetico attraverso un aforismo che può suonare paradossale, forse proprio perché è tristemente azzeccato.

Il primo passo verso la sincerità è l'ammissione della nostra ipocrisia

La cultura della consapevolezza

E' naturale opporsi alle affermazioni precedenti, rispondendo ad esempio che "io non contribuisco alla logica delle raccomandazioni" oppure "io conduco una vita onesta". Prima di rispondere in tal nodo dovremmo però essere completamente sinceri con noi stessi. Immaginiamo di avere un familiare con pochi mesi di vita e di avere fissato un'operazione chirurgica che potrebbe salvarlo, ma che il tempo di attesa sia di un anno. Se un amico ci dicesse "Il primario è mio parente, basta che io metta una buona parola e possiamo fare l'operazione tra una settimana". Quanti di noi sono sicuri che rifiuterebbero, dicendo - "no, grazie; preferisco essere onesto e non scendere a compromessi"?
Il meccanismo dell'inganno interviene facendosi credere che "non facciamo niente di male", per difenderci da una verità molto più triste: se i tempi di attesa di un'operazione in ospedale sono mesi o anni, è anche (ma non solo) colpa delle migliaia di persone che accettano che un amico metta una "buona parola" poiché credono di meritare tale aiuto.

La maggior parte delle persone che accetta una raccomandazione di solito si giustifica dicendo che "io ero qualificato per quel posto di lavoro", oppure "la raccomandazione mi è servita solo come biglietto da visita, ma il posto l'ho avuto per merito delle mie capacità". Ecco un altro effetto del meccanismo dell'autoinganno: neghiamo di aver collaborato alla produzione di un epifenomeno sociale solo perché, nel nostro caso specifico, il fine giustifica i mezzi. Purtroppo gli epifenomeni sono provocati dal comportamento delle unità del livello inferiore, e non dalle loro motivazioni o giustificazioni Perciò, se abbiamo attuato un comportamento, siamo causa della diffusione dell'epifenomeno ad esso collegato nello schema statico di livello superiore, ovvero la società, e quindi siamo responsabili del fatto che tale comportamento sia un valore morale della società umana.

Ciò non significa che il nostro comportamento sia sbagliato, immorale o errato, anzi. Stiamo dicendo l'esatto contrario: il materialismo, la corruzione, l'estetica, le tradizioni e il martirio degli innovatori sono valori morali dello schema statico "società umana", in quanto praticati, premiati e quindi riconosciuti dalla società stessa come moralmente validi.

Coscienza di sè L'unico punto dolente, a nostro parere, sta nella
mancanza di consapevolezza delle persone che contribuiscono ad alimentare tali valori, coi fatti e le azioni, e poi soffrono perché la società gli sembra "ingiusta" o "scorretta". Se le cose vanno così è a causa nostra, non per colpa della società. I valori sociali sono l'effetto del nostro comportamento, non di ciò che sosteniamo a parole, con le idee, con i comunicati stampa o coi buoni propositi. Il meccanismo dell'autoinganno ci spinge sempre a vedere chi si comporta peggio di noi, per alleggerire la nostra coscienza e non intaccare la nostra autostima, e questo è un bene. Il meccanismo dell'autoinganno ci protegge da una verità che all'inizio è scomoda da accettare. Non importa quanto contribuiamo alla generazione di un epifenomeno, non importa se evadiamo le tasse per un euro o un milione, se lasciamo accesa una lampadina o una fabbrica, se inquiniamo con un motorino o una ciminiera. Gli epifenomeni sono effetto dell'azione di massa, e se il nostro comportamento va in quella direzione, allora anche noi stiamo remando a favore di un certo valore sociale.

Lavorando sulla cultura della consapevolezza, accettando il fatto di essere tutti responsabili della realtà in cui viviamo, si guadagna una visione più chiara delle dinamiche sociali. Anche se consapevoli delle nostre colpe, possiamo ancora lamentarci delle ingiustizie, ma per sfogarci anziché arrabbiarci. La consapevolezza permette di ridere dei limiti umani, senza dare la colpa agli altri, ma guardando invece alle nostre piccole azioni quotidiane, riconoscerle come causa dei mali di cui ci lamentiamo, sorridere della cosa e andare avanti a cuor leggero, senza astio verso la società.

Alcune persone potrebbero (giustamente) non essere d'accordo con la nostra tesi, oppure comprenderla ma non approvarla, dato che l'accettazione passiva del modello potrebbe passare per ignavia, qualunquismo o in generale potrebbe sembrare una scusa per approvare lo stato di fatto delle cose, senza far nulla per cambiarlo.
Chi reputasse doveroso applicarsi per migliore la società, senza stare a guardare, è invitato a leggere la sezione relativa a come risolvere le contraddizioni sociali, dove viene discussa l'importanza della cultura della consapevolezza per risolvere i conflitti esistenti tra valori sociali e valori intellettuali.


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